Al cinema succede sempre che, all’ennesimo sequel sfornato per cavalcare l’onda del successo di un determinato franchise, le idee ristagnino e il risultato che arriva sullo schermo sia fiacco e poco ispirato. I Guinea Pig non fanno eccezione. Arrivati al quinto capitolo, la saga estrema imbocca definitivamente il viale del tramonto, con due episodi che hanno la stessa incisività di uno starnuto nel vento.
Guinea Pig 5 – Android of Notre Dame: ovvero quando i giapponesi rinunciano alla loro originalità per imitare il cinema occidentale. Android of Notre Dame è infatti (sin dal titolo che rimanda al personaggio di Victor Hugo) un frullatone di idee prese un po’ dalla cultura europea, un po’ dai film splatter americani che si erano imposti come standard dell’horror.
È la storia di uno scienziato, nano che si danna l’anima per poter trovare la cura a una misteriosa malattia che affligge la sorella. Passa le giornate a sperimentare possibili cure su varie cavie, compreso quelle umane.
Anche questo capitolo ha una struttura narrativa e dei personaggi ben delineati, ma purtroppo manca l’impatto visivo e la potenza delle immagini che caratterizzavano i precedenti capitoli (sì, anche He never dies, che comunque ha delle buone trovate splatter e non lesina sulla violenza esplicita) con il risultato che tutto finisce a navigare in un mare di mediocrità.
Come sempre gli effetti speciali sono di ottima fattura, ma non rappresentano nulla di stupefacente se vengono utilizzati per rifare scene prese da Hellraiser e Re-Animator. Anche sul piano più tecnico la fotografia un po’ allucinata, fatta di macchie di colore, richiama Suspiria, il che non basta per compensare la mancanza di “emozioni forti”.
Parliamoci chiaro: chi inizia a guardare un film della saga di Guinea Pig si aspetta Cinema Estremo allo stato puro. Qui non c’è nulla di tutto ciò, solo un blando reimpasto d’idee.
Genere: estremo, horror
Titolo originale: Nôtoru Damu no andoroido
Paese, Anno: Giappone, 1988
Regia: Kazuhito Kuramoto
Sceneggiatura: Yoshikazu Iwanami, Kazuhito Kuramoto
Fotografia: Kazuhito Kuramoto
Interpreti: Toshihiko Hino, Mio Takaki, Tomorô Taguchi
Produzione: JHV
Durata: 51'