Al tavolo di un ristorante parigino due coppie sono arrivate al dessert e discutono il menu: Léa sceglie un Île flottante ma cambia subito idea, coinvolgendo gli altri tre in un esilarante tira e molla con il cameriere, che non sa più che pesci pigliare.
Inizia come uno spettacolo teatrale La felicità degli altri, e in effetti lo era: Daniel Cohen ha infatti trasformato la sua pièce L’Île flottante nella sceneggiatura del film; un po' quello che era successo per Cena tra amici, commedia francese riuscita in ogni senso, che il regista ricorda come sua fonte di ispirazione.
Marc è un uomo realizzato che sta tentando un salto di carriera mentre la sua compagna Léa, giovane commessa in una boutique, è indecisa in tutto ma determinata a finire il suo primo romanzo.
Pungolata nell’orgoglio, anche la sua amica Karine prova a sua volta a scrivere, mentre il marito Francis cercherà la sua vocazione artistica passando dalla musica alla scultura, dalla cura dei bonsai ai fornelli della cucina. E per il più arido Marc, innamorato e protettivo, sarà ancora più dura accettare il successo del libro di Léa.
Ancora una volta il french touch che vince sull’impianto da commedia anglo americana: c’è un po' di Notting Hill (un po' troppo nella scena romantica in libreria) e dei suoi personaggi (chi più chi meno qui ricalcati), e c’è un po' della verve alleniana.
Ma l’ironia sui borghesi e il loro bisogno di essere artisti è tutta francese, come lo sono i riferimenti attraverso i quali il regista si burla di loro: Léa che pubblica con Gremillard, Francis che si crede l’erede dello scultore Rodin, Karine che ruba l’incipit a Camus. E così anche gli altri scrittori nominati per farne una battuta, tutti rigorosamente solo francesi: Valery, Hugo, Flaubert, Rimbaud, Zola.
Certo il personaggio dello scrittore è abusato fino alla nausea, ma Léa è in fondo una figura secondaria della quale il film si serve per centrare un altro bersaglio: se si vogliono trovare i veri protagonisti, vanno cercati proprio in Karine e Francis.
È su di loro che Cohen mira con la giusta dose di ironia e cattiveria, svelando invidie, rimpianti e frustrazioni fin troppo comuni: si ride di loro ma con un po' di amaro in bocca, perché è facile riconoscervi un amico, se non proprio se stessi.
La felicità degli altri, che è anche boccone spesso difficile da mandar giù, è un’altra cena tra amici che parte con il piede giusto, mettendo insieme caratteri riusciti e chiacchiere sagaci quanto basta.
Funziona bene soprattutto all’inizio, grazie a battute divertenti («Sto scrivendo un libro», dice Léa; «A chi?» replica il marito) e a un cast nell’insieme azzeccato: Bérénice Bejo (Léa) che è la versione francese di Anne Hathaway, la coppia Florence Foresti e François Damiens, che regge il lato più comico del film, e la “quota vip” con Vincent Cassel, che si destreggia come può in una parte decisamente non sua.
Più fiacco e prevedibile nei toni da blockbuster rosa, che prevalgono nella finale, La felicità degli altri resta un film divertente, gradevole, anche pungente. Ma è una puntura che passa subito, e non lascia il segno.
Genere: commedia
Paese, Anno: Francia, 2020
Regia: Daniel Cohen
Sceneggiatura: Daniel Cohen
Fotografia: Stephan Massis
Montaggio: Verginie Seguin
Interpreti: Bérénice Bejo, Vincent Cassel, François Damiens, Florence Foresti, Daniel Cohen, Keren-Ann Zajtelbach, Owen Tannou, Romain Cottard, Constance Labbé, François-Eric Gendron, Yan Brian
Musiche: Maxime Desprez, Michael Tordjman
Produzione: Cinéfrance Studios, SND Films, Artémis Productions, OCS
Distribuzione: Academy Two
Durata: 104'
Data di uscita: 24 giugno 2021