Uscito nel 2018, A Quiet Place ha colto un pò tutti alla sprovvista. Un film horror ben scritto, ben girato, ma soprattutto teso... anzi tesissimo. Si dice che gli horror che funzionano meglio siano quelli che vanno per sottrazione, riducono tutto all’osso, scarnificano il superfluo sino a lasciare sullo schermo solo il minimo indispensabile. Ecco, A Quiet Place faceva proprio questo.
Per intenderci, il suo asso pigliatutto erano i lunghissimi silenzi e le inquadrature statiche in cui i personaggi dovevano solo stare immobili preoccupandosi di non emettere alcun tipo di suono, altrimenti deformi creature aliene dall’udito ipersensibile sarebbero piombate loro addosso, facendoli a pezzi. Tutti i sentimenti - il dolore, la rabbia, la tensione - insieme a un chiodo conficcato nel piede e al pianto di un neonato, vengono ovattati in nome del silenzio, che era (ed è ancora) sinonimo di sopravvivenza.
Al centro della storia vi è una famiglia comune: padre (John Krasinski, anche regista e bramoso di scrollarsi di dosso il suo passato da comico), madre (Emily Blunt, moglie di Krasinski anche furori dal set) e tre figli (di cui una sordomuta) si trovano a dover tirare avanti come meglio possono, crescendo un neonato in un mondo in cui non può emettere nemmeno il minimo vagito.
Il primo film era una sorta di home invasion dove la famiglia felice doveva salvarsi la pelle dagli alieni: nulla di originale eppure quello che faceva... lo faceva benissimo! A Quiet Place diventa un successo di critica e pubblico. Il sequel è inevitabile.
Ma il problema del sequel di un film del genere, si sa, è che potrebbe inciampare da un momento all’altro, cadere rovinosamente di faccia e fare un gran casino attirando gli alieni dall’udito sottile. A Quiet Place - Parte II esce tre anni dopo il primo capitolo (anche a causa della pandemia) e setta il mood giusto nella sequenza iniziale.
Un flashback che ci mostra come tutto è iniziato, partendo da una semplice partita di baseball tra ragazzi e facendo sprofondare la placida tranquillità della suburbia americana in panico e isteria di massa.
La sequenza action che dà avvio al film è davvero magistrale: sarà un caso che a produrre è la Platinum Dunes di Michael Bay?
Poi torniamo al “presente”, più o meno nel punto dove il primo film finiva, e alla figura del padre John Krasinski viene sostituita quella di Cillian Murphy (attore più o meno sprecato per questo ruolo, ma sono punti di vista) che recita la parte di quello all’apparenza burbero ma con un cuore d’oro e disposto ad aiutare il prossimo.
Nell’ora e mezza successiva succedono molte cose, tra sequenze tese e notevoli, ma di fatto il film è come se fosse incastrato in una spirale. I personaggi non progrediscono mai e non c’è un’evoluzione; A Quiet Place II è una sorta di road movie abbozzato e claudicante, che si trascina verso un finale monco.
Una volta che i totoli di coda iniziano a scorrere, non c’è la sensazione appagante che riusciva a lasciare il primo capitolo. E questo perché sappiamo che in qulache modo A Quiet Place II è solo una tappa intermedia, il secondo atto (un pò troppo lungo e rindondante) di una storia che sta prendendo un respiro più ampio. Un passaggio obbligatorio che conduce lo spettatore da un ottimo primo capitolo all'inevitabile conclusione di questa trilogia.
A Quiet Place II è un film transitorio e confezionato benissimo, ma la storia è messa insieme alla rinfusa e reclama a gran voce altro minutaggio per poter essere conclusa. Anzi peggio: per poter avere senso. La speranza è, ovviamente, che la saga si chiuda in tre atti e che non venga portata avanti sino allo sfinimento, come sempre più spesso accade in nome dei franchise.
Genere: horror
Titolo originale: A Quiet Place, Part II
Paese, Anno: USA, 2021
Regia: John Krasinski
Soggetto: Scott Beck, Bryan Woods
Sceneggiatura: John Krasinski
Fotografia: Polly Morgan
Montaggio: Michael P. Shawver
Intepreti: Emily Blunt, Cillian Murphy, Djimon Hounsou, Noah Jupe, Millicent Simmonds, Wayne Duvall, Lauren-Ashley Cristiano, Okieriete Onaodowan, Blake DeLong, John Krasinski, Zachary Golinger
Musiche: Marco Beltrami
Produzione: Platinum Dunes
Distribuzione: Eagle Pictures
Durata: 97 min