Pedro Almodóvar torna nuovamente al Festival del Cinema di Venezia recuperando sui pochi minuti dello scorso anno (i trenta tondi tondi di The human voice) con Madres paralelas, pellicola generosa già nelle sue due ore di durata. E comincia alla grande, come ci ha ormai abituati, già dai titoli di testa, che sono una piccola opera a sé stante.
Janis (Penelope Cruz) è una quarantenne fotografa che sembra grata alla vita, anche per la bellezza che ha avuto in dote.
Quando conosce un archeologo, che sta lavorando su un’area di scavi che porterà in luce tracce di un doloroso passato, vive con lui una fugace avventura e rimane incinta. Decisa a tenere il figlio anche contando solo sulle proprie forze, in ospedale incontra Ana, un’adolescente molto meno pronta ad affrontare la sua gravidanza.
Madri parallele, che partoriscono nello stesso ospedale alla stessa ora, ma il gioco delle coincidenze non finirà lì. Janis proverà a intervenire sul corso degli eventi, cambiando numero di telefono per chiudere con il recente passato e concentrarsi su un passato remoto, sul quale vuole fare luce definitivamente: onorare la memoria di un suo antenato e dare una degna sepoltura a delle vittime delle guerre civili che insanguinarono il paese.
Ma Almodóvar, che ama le pieghe più imprevedibili che può prendere la vita, torna a ricordarci che non si sfugge al proprio destino, che riserverà infatti alle due donne un susseguirsi di sorprese ed emozioni.
Sembra inizialmente faticare a trovare la marcia giusta questo Madres paralelas, indeciso tra i toni della telenovela e quelli del melodramma con risvolto politico: c’è la solita classe di Almodóvar e l’impressione che giri rifacendo sempre se stesso, peraltro con un impatto emotivo meno forte del solito, meno violento e invece più moderato, forse dalla maturità ormai raggiunta e superata.
Le solite musiche, i soliti colori, la solita storia (ma qui gli sviluppi della trama si moltiplicano meravigliosamente, e parallele non sono solo le due gravidanze). E c’è anche qualche perplessità sulla parte legata al passato del paese: vero centro del film o altra storia parallela un po' troppo incollata?
Si tratta in realtà di un Almodóvar al suo meglio, con una pellicola che è bene lasciar respirare e che sembra migliorare un po' alla volta dopo la prima impressione.
Il vecchio Pedro, superati ormai i settanta, mantiene immutato il suo smalto e la sua idea di cinema ma sembra anche voler fare un passo ulteriore verso uno più impegnato, più serio: Madres paralelas è un altro tassello essenziale nella sua filmografia, che prosegue quel periodo d’oro inaugurato con Tutto su mia madre, fino alla piena maturità di Dolor y gloria. Imperdibile.
Genere: drammatico
Paese, Anno: Spagna, 2021
Regia: Pedro Almodóvar
Sceneggiatura: Pedro Almodóvar
Montaggio: Teresa Font
Fotografia: José Luis Alcaine
Interpreti: Penélope Cruz,
Milena Smit, Israel Elejalde,
Aitana Sánchez-Gijón, Teresa Julieta Serrano,
Rossy de Palma
Musiche: Alberto Iglesias
Produzione: El Deseo
Distribuzione: Warner Bros. Italia
Durata: 120’
Uscita: 28 ottobre 2021