Presentato alla 71esima Berlinale, la storia di I'm your man è molto semplice, ma anche molto profonda. È la vicenda di una donna diventata un robot e di un robot che vuole diventare umano.Â
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La nostra protagonista è Alma (Maren Eggert), una studiosa che lavora al Pergamon Museum. Alma è single e non ne vuole proprio sapere di amore e smancerie; ma pur di ottenere dei fondi per un suo importante studio, accetta di portare a casa per tre settimane un androide in forma umana studiato appositamente per lei, come sua perfetta anima gemella. Insomma, sulla carta, è colui che potrà renderla felice.
Il problema è che Alma un'anima gemella non la vuole proprio. Il povero Tom (Dan Stevens) farà di tutto per far cadere la donna ai suoi piedi: colazioni romantiche, bagni passionali... ma nulla potrà intaccare in guscio di Alma.
Tom scopre così cosa significhi, pian piano, essere umano; Alma realizza quanto invece sia diventata un robot. Questa convivenza, che all'inizio non sembra proprio funzionare, permetterà ad entrambi di capirsi e trovarsi.
Alma, grande sostenitrice dei principi d’indipendenza e del libero arbitrio, considera Tom una macchina vuota, creata (neanche così bene) per soddisfare i suoi bisogni. Allo stesso modo, anche Tom sente che gli manca qualcosa: è privo di ambizioni personali, di paura e del desiderio di libertà che riconosce in Alma.
Però ritiere la sua mansione la più bella del mondo: rendere qualcuno felice. Il paradosso è che questa mancanza di umanità non gli permette di capire come rendere felice Alma. I robot possono falciare i prati e controllare i sistemi di sicurezza, ma l’amore, il sentimento e la felicità sono riservati solo agli esseri umani.
Non è la prima volta che l'essere umano cerca di creare una sua versione artificiale, tecnicamente perfetta. Fin dall’antichità , gli uomini - e ancora prima gli dei - hanno desiderato plasmare creature perfette con le loro mani. Prometeo generava la vita con argilla e acqua; Pigmalione costruiva una statua femminile della quale innamorarsi: la ricerca della perfezione, di un partner creato su misura, fa da sempre parte dell’umanità .
Ma in I'm your man di Maria Schrader il problema avanzato è un altro: che succede se Alma si innamora di Tom? Razionalità e ragione, avranno la meglio sulle emozioni di Alma e sui suoi sentimenti?
La donna ha giustamente paura - paura che questi esseri superiori possano rendere obsoleta l’umanità - dal momento che vede in Tom una creatura evoluta, pacifica, altruista e civile, cosa che l’umanità ormai non è più.
È così che un racconto che inizia come una commedia romantica sci-fi, diventa una vera e propria riflessione sull’umanità e sul suo futuro.
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«L’ amore e un algoritmo complesso? Non ci adattiamo alle esigenze dei nostri partner anche nelle relazioni tradizionali? Cosa c'è di 'reale' nelle relazioni, e quanto viene appreso, adattato e programmato?»
Maria Schrader ci porta nella sua Berlino, dopo la serie Netflix Unorthodox, per una fantascienza composta da algoritmi, amore e umanità . E per farlo prende due interpreti perfetti: Maren Eggert, vincitrice dell’Orso d’argento per l'interpretazione proprio in questo film, e Dan Stevens, un androide perfetto che tutti vorremmo avere in casa.
Genere: commedia
Titolo originale:Â Ich bin dein Mensch
Paese, anno: Germania, 2021
Regia: Maria Schrader
Sceneggiatura:
Jan Schomburg,
Maria Schrader
Fotografia: Benedict Neuenfels
Editing: Hansjörg Weißbrich
Interpreti: Dan Stevens, Sandra Hüller, Hans Löw, Annika Meier, Maren Eggert, Jürgen Tarrach
Musica: Tobias Wagner
Produzione:Â
Letterbox, Â
CFA
Distribuzione: Koch Media
Durata: 105'
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