Con l’intento di girare un film sui giovani e la loro idea di futuro, all’inizio del 2020 tre registi iniziano a percorrere l’Italia da Milano alla Sicilia, ignari di quanto sarebbe successo di lì a poco: nasce così Futura, film a dispetto della pandemia perché ne registra le conseguenze, senza però lasciare che si prenda tutta l’idea che animava il progetto.
A realizzarlo sono Pietro Marcello, Francesco Munzi e Alice Rohrwacher, tre nostri validi autori distanti fra loro, ma in fondo nemmeno così tanto. Spicca tra loro il nome di Marcello, vuoi per quel titolo preso da una canzone di Lucio Dalla, sul quale quest’anno ha realizzato il suo biopic, vuoi per la consacrazione dopo Martin Eden, vuoi per il piglio di un film di nuovo pieno di giovinezza. Spicca nonostante Marcello, come i suoi colleghi, faccia di tutto per non firmare un film che si vuole nelle mani dei suoi protagonisti.
Girato in pellicola con un’aria vintage che riporta agli anni ’70, Futura è in realtà ispirato ai reportage realizzati ancor prima da Gianfranco Mingozzi, Mario Soldati (entrambi presenti con spezzoni nel film), Pier Paolo Pasolini (il suo Comizi d’amore viene citato da uno dei ragazzi intervistati).
Tra pensieri in erba e idee brillanti, i sogni degli intervistati fanno i conti con le loro preoccupazioni, prima fra tutte quella del denaro: «Pensa che bello un mondo senza soldi», dice un ragazzo convinto a un altro, che lo è molto meno. Ne esce una bella gioventù, sulla quale Futura mantiene uno sguardo neutro e volutamente superficiale (a detta dei suoi stessi autori); che sembra l’approccio giusto per un film collettivo che vuole essere documento sociale di un momento eccezionale, materiale d’archivio, memoria storica Futura.
Ma diventa anche il cruccio di un reportage che ha ambìto alla sala cinematografica, quando il suo posto sarebbe stato la televisione, o meglio ancora il web. L’approccio artigianale sembra più un vezzo che una necessità, e la scelta di essere superficiali sembra tradire i riferimenti del film.
Perché Soldati e Pasolini, che decidevano e pilotavano prima, durante e dopo le riprese, erano tutto tranne che impersonali. Futura è un viaggio in Italia sull’avere vent’anni che si ritrova improvvisamente dentro l’imprevedibile: prova ad osservare il presente orientandosi nel passato, ma poi si perde senza avere un bagaglio adeguato (ci infila anche una parte sul G8).
Il tempo lo renderà probabilmente una testimonianza interessante, per ora resta un lavoro incompiuto, poco partecipato, troppo indeciso tra cronaca e cinema.
Paese, anno:Italia, 2021
Genere: documentario
Regia: Pietro Marcello, Francesco Munzi, Alice Rohrwacher
Sceneggiatura:Pietro Marcello, Francesco Munzi, Alice Rohrwacher
Fotografia: Ilyà Sapeha
Montaggio: Aline Hervé
Produzione: Avventurosa, RAI Cinema
Distribuzione: Istituto Luce Cinecittà
Durata:105'