Maid: di che cosa parla la drammatica serie Netflix con Margaret Qualley, basata sul romanzo di Stephanie LandÂ
Dopo aver prodotto la serie tutta al femminile Orange is the New Black, la regista Molly Smith Metzler mette mano a questa mini serie ispirata al memoir di Stephanie Land uscito nel 2019, Maid: hard work, low pay, and a mother’s will to survive.
Di che cosa parla Maid, la serie Netflix
La protagonista Alex (Margaret Qualley, che abbiamo visto prima in Palo Alto e poi in C’era una volta a... Hollywood, figlia anche nella vita reale di Andie MacDowell) vive con Sean, da cui ha una figlia: Maddie.
Â
In una notte apparentemente tranquilla, Alex esce di casa insieme alla sua bambina e capiamo che si tratta di una fuga silenziosa da una violenza psicologica palpabile anche allo spettatore seppur ancora non raccontata. Una fuga verso l’ignoto, senza una vera e propria meta e senza sicurezze, guidata da un unico oggetto materiale - la sua auto - e dalla consapevolezza di volere un futuro diverso per sè e per sua figlia.Â
L'America di chi non possiede nulla
La serie è ambientata in Alaska, città natale della stessa Stephanie Land: con i suoi colori e ambientazioni, questo nord estremo riesce a trasmettere quel senso di smarrimento e freddezza che non risiede solo nel clima ma anche in alcune delle personalità che entreranno in contatto con Alex lasciandola, a volte, più smarrita di prima.
Â
In questa scalata verso la rinascita, infatti, Alex è da sola. Questo perchè nessuna delle figure importanti della sua vita sembrano essere decisive per aiutarla o insegnarle qualcosa. Nè sua madre nè suo padre, quest'ultimo trova anzi sintonia col suo ex compagno, e anche gli amici sono quasi inesistenti. In questo quadro poco rassicurante i suoi compagni di viaggio diventano l’aspirapolvere (il suo biglietto da visita come ragazza delle pulizie, maid) e un telefono per le emergenze lavorative e familiari, mai utile per chiedere aiuto.
Â
La società  americana rappresentata in Maid non comprende e non supporta come dovrebbe questa giovane madre ma, anzi, scoraggia e la rende inerme. Un po' come ha raccontato di recente il premiatissimo Nomadland, la realtà degli homeless è fatta di una vita in solitaria ma anche di una solitudine più profonda.
Alex, ritratto della protagonista di MaidÂ
Alex è, puntualmente, di fronte a un bivio e sembra dover ricominciare nuovamente da capo: questa è la sensazione di fronte a tutti gli ostacoli che le si presentano ogni volta che sembra esserci una svolta. In realtà capiamo, giorno dopo giorno, che si tratta di piccoli tasselli utili a costruire qualcosa di ancora non ben definito e utile, a volte, a non far spegnere quella fiamma sognante e quella gioia di accontentarsi anche di quello che non arriva.
Â
Alex non viene mai raccontata con pietismo e compassione, bensì con coraggio e pazienza: non percepiamo mai nelle scelte e nelle non-scelte della protagonista qualità come arrendevolezza e scoraggiamento, piuttosto resilienza e voglia di rivalsa.Â
Â
La condizione economica di Alex non corrisponde a quella motivazionale e psicologica: non c’è mai una resa ma, anzi, a tratti viene fuori la rabbia nei confronti di un sistema che evidentemente, non funziona come dovrebbe.
Tuttavia il sentimento che vince è sempre la dedizione nel portare avanti un percorso di crescita e svolta, per dimostrare a sè e a chi si è arreso che tutti, in qualche modo, si possono salvare. E soprattutto, che si può ancora sognare. Il carattere tenace della protagonista ci dice che il denaro non fa la felicità e probabilmente nemmeno è l'unica chiave per svoltare la propria vita.Â
Maid è una serie che serviva. Parla di sogni per ricordarci che, a volte, di fronte a tutto e a nulla, la vera risorsa è più vicina di quello che pensiamo: siamo proprio noi stessi.Â