Forse un po' stanco di muoversi attorno ai suoi soliti personaggi, Silvio Soldini prova con 3/19 a esplorare una protagonista “forte” dentro una storia che si tinge di giallo più del solito.
Camilla (Kasia Smutniak) è un’avvocatessa già avviata a una brillante carriera dentro una multinazionale, nella quale spera di entrare anche come socia.
Con lei vive saltuariamente un uomo, che però torna sempre da sua moglie, e la figlia adolescente, che vede ancora meno per i ritmi del suo lavoro; grazie al ritrovamento di un diario, appartenuto a un membro della famiglia ormai scomparso, madre e figlia troveranno però il modo di riavvicinarsi. Una sera la donna, mentre attraversa distrattamente la strada, viene investita da uno scooter con a bordo due giovani: Camilla se la cava con un braccio fasciato, mentre uno dei due investitori muore poco dopo in ospedale.
Sempre più tormentata dai sensi di colpa, Camilla cercherà di scoprire l’identità di quel clandestino senza documenti: «È il terzo sconosciuto che muore quest’anno» (ecco chiarito il titolo del film) le rivelerà Bruno, il direttore dell’obitorio che, in una complicità sempre più stretta, la aiuterà a uscire da quella brutta avventura.
A pochi anni da Il colore nascosto delle cose, Silvio Soldini torna con un lavoro che non si può annoverare tra i suoi più riusciti: c’è soprattutto quella prima parte interlocutoria troppo debole (perfino nel sonoro, che costringe a seguire i dialoghi con una certa fatica) e troppo lunga.
Ma poi Soldini, che è sempre stato generoso nella durata delle sue storie, ritrova nel personaggio di Bruno i caratteri del suo cinema. Perché al regista milanese, che è sempre stato dalla parte dei buoni, dei deboli, degli ultimi, proprio non piacciono i borghesi ricchi, gli uffici, le carriere.
E ci mette quindi troppo a voler bene anche alla sua protagonista, intrappolata a lungo in ambienti e dinamiche con le quali non ha nessuna empatia. È però proprio lei a sostenere il messaggio del film, che è una denuncia delle condizioni in cui si trovano gli immigrati non regolari nel nostro paese: invisibili e sconosciuti sia da vivi che da morti.
Qualche bello scorcio di Milano ma era più bella la Torino de Il comandante e la cicogna, qualche momento sbagliato (come l’incubo di Camilla) e un tono poetico un po' troppo semplicistico, ma in fondo ci si affeziona anche a questo 3/19.
Che ricorda un po' Il capitale umano di Paolo Virzì (compreso l’incidente) ma che poi ritrova la sua aria “serena dell’ovest”, malinconica e fieramente sentimentale: in fondo il cinema di Soldini è fatto sempre di vento, nuvole e tempeste.
Con un epilogo che è tutto già scritto, riesce comunque in un finale che ha nostalgia del proprio passato: con tanto di viaggio in macchina, di cartina per orientarsi, di quel “giardino del re” da scoprire, che sarebbe stato anche un titolo più intonato. Andiamolo a vedere.
Genere: drammatico
Paese, anno: Italia, 2021
Regia: Silvio Soldini
Sceneggiatura: Doriana Leondeff, Davide Lantieri, Silvio Soldini
Fotografia: Matteo Cocco
Montaggio: Giorgio Garini, Carlotta Cristiani
Interpreti: Kasia Smutniak, Francesco Colella, Caterina Forza, Paolo Mazzarelli, Martina De Santis, Antonio Zavatteri, Anna Ferzetti, Arianna Scommegna, Giuseppe Cederna
Produzione: Lumière & Co., Vision Distribution
Distribuzione: Vision Distribution
Durata:120'
Data di uscita:11 novembre 2021