L’aria di uno perdutamente innamorato della Francia Wes Anderson ce l’ha sempre avuta. Per la sua decima opera il regista texano parte con il suo consueto bagaglio estetico alla volta di Parigi, che trasforma però in una più piccola e immaginaria Ennui -sur – Blasé (un nome che è già tutto un programma).
«Iniziò come una vacanza» per Arthur Howitzer Junior, che convinse il padre a integrare la testata locale in Kansas con un supplemento settimanale: The French Dispatch, che a Ennui Arthur avrebbe fondato e diretto per quarant’anni.
Con lui un manipolo di giornalisti innamorati del loro mestiere e una curiosità verso il mondo a 360 gradi.
Tra le innumerevoli storie raccontate dalla rivista il film ne sceglie tre, che sembrano in realtà molte di più per l’inarrestabile moltiplicarsi di personaggi e situazioni: un pittore carcerato, uno chef investigatore, uno studente rivoltoso sono alcune delle figure cartoonistiche di un film che ha anche i suoi momenti di vera animazione (i più riusciti).
Un cast stellare inesauribile (e come sempre spersonalizzato) per un avvicendarsi di caricature, ciascuna delle quali si porta via la precedente dalla memoria dello spettatore con sorprendente velocità.
I (bei) titoli di coda, con una scelta di copertine della rivista (ancora la parte grafica come cosa migliore del film), arrivano dopo quasi due interminabili ore. Ed è come uscire da una Grande Esposizione, frastornati da immagini, parole e musiche inarrestabili, senza ricordare già più nulla di quanto appena visto.
Colpa anche del ritmo forsennato del film, una giostra che corre sia nelle immagini che nella voce narrante, ma con tempi che riescono raramente a sintonizzarsi.
Calligrafico e verboso oltre ogni capacità di sopportazione, soporifero più di ogni altro lavoro di Anderson, The French Dispatch sembra un negozio di modernariato stipato di anticaglie fino al soffitto: al suo interno un caos nel quale si perdono presto l’orientamento e ogni interesse, mentre il padrone di casa si aggira con la consueta sicumera.
Definito dall’autore stesso «una lettera d’amore al giornalismo», nato dalla sua passione per l’editoria (lettore fin da ragazzo del New Yorker), il film ricorda piuttosto una tipografia: ne esce una patinatissima rivista, con una accattivante veste grafica (che è sempre la stessa) e dei contenuti involuti che si ha poca voglia di approfondire.
Wes Anderson sfoglia le pagine del suo French Dispatch come un libro di fotografie, in bianco e nero e a colori: è una Ennui - sur – Blasé da Henry Cartier-Bresson e Robert Doisneau, da Georges Méliès (il celebre Voyage dans la Lune), da Jacques Tati (la casa di Mon oncle), da Jean-Pierre Jeunet (quello di Delicatessen e Amélie Poulain).
Gli estimatori ritroveranno in The French Dispatch il solito Anderson visivamente inconfondibile e tecnicamente ineccepibile. Gli altri scorgeranno anche il trovarobe bulimico e l’artigiano seriale, innamorato ormai col cuore d’altri perchè il suo già rapito da bar alla moda e treni di lusso.
Genere: commedia
Paese, anno: USA, 2021
Regia: Wes Anderson
Sceneggiatura: Wes Anderson
Fotografia: Robert D. Yeoman
Montaggio: Andrew Weisblum
Interpreti: Timothée Chalamet, Saoirse Ronan, Elisabeth Moss, Léa Seydoux, Bill Murray, Willem Dafoe, Christoph Waltz, Tilda Swinton, Benicio Del Toro, Frances McDormand, Rupert Friend, Owen Wilson, Adrien Brody, Alex Lawther, Anjelica Huston, Fisher Stevens, Jeffrey Wright, Jason Schwartzman, Henry Winkler, Lois Smith, Griffin Dunne, Mathieu Amalric, Denis Ménochet
Musiche: Alexandre Desplat
Produzione: American Empirical Pictures, Indian Paintbrush, Studio Babelsberg
Distribuzione: Walt Disney Pictures
Durata:108'
Data di uscita:11 novembre 2021