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House of Gucci (2021), la recensione: il film di Ridley Scott merita attenzione, fastidio e meraviglia

03/12/2021 14:12

Valentina Pettinato

Recensione Film, Jared Leto, Film Drammatico, Film Biografico, Adam Driver, Al Pacino, Film USA, Ridley Scott, Salma Hayek, Jeremy Irons, Lady Gaga,

House of Gucci (2021), la recensione: il film di Ridley Scott merita attenzione, fastidio e meraviglia

Farà molto parlare di sé l’ultimo film diretto da Ridley Scott, House of Gucci, una gigantesca produzione hollywoodiana dal cast stellare

Farà molto parlare di sé l’ultimo film diretto da Ridley Scott, House of Gucci, una gigantesca produzione hollywoodiana dal cast stellare, basata sulla storia dell'omicidio di Maurizio Gucci a Milano nel 1995 a opera della sua ex moglie Patrizia Reggiani.

 

La sceneggiatura di Becky Johnston e Roberto Bentivegna è in realtà l’adattamento cinematografico del libro di Sara Gay Forden, The House of Gucci: A Sensational Story of Murder, Madness, Glamour, and Greed, ed è un racconto copioso e caotico dell’impero economico dei Gucci, tra saghe familiari e crisi finanziarie.

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Maurizio Gucci (Adam Driver) e Patrizia Reggiani (Lady Gaga) si incontrano a una festa. Provengono da classi sociali opposte ma, grazie alla caparbietà di Patrizia, in breve tempo si innamorano e si sposano.

Non tutti sono felici di questa unione: il padre di lui, Rodolfo (Jeremy Irons), li ripudia, e i due trovano una sponda nello zio di Maurizio, Aldo (Al Pacino), che da New York gestisce di fatto la grande impresa di famiglia e vede nel nipote e nella sua consorte, e non in suo figlio Paolo (Jared Leto), i veri eredi del brand Gucci.

House of Gucci è un’operazione complessa e non priva di trascuratezza in molte parti, su questo siamo d’accordo. Da un lato abbiamo degli attori potenti e credibili nel raccontare l’ennesima storia italiana con una patinata e globalizzante visione americana; dall’altro la narrazione di alcune dinamiche umane e il vigore con cui sono raccontati questi anni Ottanta (in realtà c’è un errore di fondo, Patrizia e Maurizio si incontrano ben 8 anni prima rispetto al film, che risulta sbilanciato cronologicamente) sono così attraenti da meritare due ore e quaranta di attenzione, tra fastidio e meraviglia.

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Le scelte filmiche portano al centro della narrazione il rapporto tra la Reggiani e Maurizio Gucci e descrivono il percorso fatto dalla coppia per raggiungere ambizione e potere; in questo viaggio narrativo abbiamo due poli: Reggiani, cospiratrice nell’ombra e moglie amorevole, e Maurizio, uomo mite che rifiuta il confronto con la sua famiglia.

La sintesi tra i due produce una folle e insensata scalata al successo, che si tinge di sangue e orrore nel suo epilogo, quando Reggiani ordisce l’assassinio del marito per averla abbandonata, addossandole la colpa di averlo trasformato in un mostro deforme e avido di successo. Da questo centro narrativo si diramano tantissime altre sottopiste che, come impazzite, intralciano la trama, sovraccaricano la fruibilità del racconto, ci conducono per mano attraverso un percorso a ostacoli barocco e abbacinante.

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House of Gucci è però una pellicola irresistibile. La schizofrenia della colonna sonora, che spazia da Bowie a Bruno Lauzi; il dark side del glamour; la grottesca preveggenza dell’amica maga (Salma Hayek, meravigliosa): tutto in questo film ha una forza centripeta che, come un vortice, ti tira dentro. Al di là degli errori grossolani e degli accenti improbabili.

 

Poteva essere altro? Certamente, poteva dare molto più spazio agli aspetti veramente interessanti di questa storia familiare, a dinamiche più scabrose, a simbolismi irrequieti. Poteva farsi tragedia, poteva farsi sensualità.

Ma la visione registica, quella che conta in questo tempo e in questo spazio, vuole raccontare come un fiume in piena quanto di incredibile è esistito nella vicenda della famiglia Gucci. E per farlo sceglie di allontanarsi proprio dal vero, abbracciando l’inverosimile, il ridicolo, il sopra le righe.

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House of Gucci è un’opera fuori controllo, che farà infuriare molti (la famiglia Gucci ha già annunciato azioni legali, Tom Ford ha preso le distanze dalle vicende della pellicola), zeppa di motivi per cui non dovrebbe funzionare senza lasciarti la sensazione che il film sia brutto. Un'opera inquietante, fastidiosa e piena di sé. Ma è proprio questa la sua forza: essere del beautiful garbage, in grado di intrattenere e che non ci perderemmo per niente al mondo.


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Genere: drammatico, biografico

Paese, anno: USA/Italia, 2021

Regia: Ridley Scott

Soggetto: Becky Johnston dal libro di Sara Gay Forden 

Sceneggiatura: Becky Johnston, Roberto Bentivegna

Fotografia: Dariusz Wolski

Montaggio: Claire Simpson

Interpreti: Lady Gaga, Adam Driver, Al Pacino, Jared Leto, Jeremy Irons, Salma Hayek, Jack Huston, Camille Cottin, Madalina Ghenea, Reeve Carney, Youssef Kerkour, Vincent Riotta, Andrea Piedimonte

Musiche: Harry Gregson-Williams

Produzione: Metro-Goldwyn-Mayer, Bron Studios, Scott Free Productions

Distribuzione: Eagle Pictures

Durata: 157'

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