Aline (2021), la recensione: Valérie Lemercier dirige il biopic ispirato alla vita di Céline Dion

Aline – La voce dell’amore di Valérie Lemercier, presentato Fuori Concorso al 39° Torino Film Festival, è un omaggio sentito alla grande interprete del pop Céline Dion. Un biopic in cui, pur con i nomi dei personaggi modificati, viene ripercorsa la vita e la carriera artistica di questa grande artista canadese.

Aline Dieu interpretata dalla stessa Valérie Lemercier, ultima di quattrodici fratelli – proprio come Céline Dion - cresce in un paesino del Quebec, coltivando sin da bambina la passione per la musica e il canto. Sarà Jean-Bobin (Antoine Vézina) uno dei suoi molti fratelli, con la complicità di mamma Sylvette (Danielle Fichaud) e la benevolenza di papà Anglomard (Roc Lafortune), convinto delle potenzialità canore della ragazzina, a inviare a Guy-Claude Kamar (Sylvaine Marcel), famoso impresario musicale canadese, un demo con una canzone interpretata da Aline, allora dodicenne.

Con Aline – La forza dell’amore Valérie Lemercier, anche autrice della sceneggiatura insieme a Brigitte Buc, pur non esplicitando la biografia di Célin Dion gioca con il cinema di genere realizzando un ottimo film popolare, complice anche la musica e le canzoni cantate da Aline (alla quale presta la voce la cantante francese Victoria Sio).

Ripercorre la vita e la carriera travolgente di Céline Dion, dall’adolescenza passata in Quebec, all’incontro con René Angélil, suo manager e marito nella realtà, sino alle vittorie ai Grammy Award, all’Eurovision Song Contest e all’Academy Award con la vittoria dell’Oscar per My Heart Will Go On, tema portante del Titanic di James Cameron.

Lemercier si diverte con lo spettatore, inserendo all’interno del film dei siparietti: come quando, al primo incontro, Guy-Claude chiama la protagonista "Céline" anziché Aline; in altri casi gioca sulle assonanze dei cognomi Dieu e Dion.

È anche brava nella veste di attrice, rendendo omaggio in maniera eccellente a Céline Dion e infondendo alla sua protagonista Aline/Céline la giusta carica di simpatia e entusiasmo, unitamente a una buona dose di umiltà e umanità, che contribuiscono in maniera fondamentale alla riuscita della pellicola.

Un film popolare, dove l’aggettivo non sminuisce, anzi esalta l’opera della regista e attrice francese, che racconta una storia d’amore, di coraggio e di ostinazione nel perseguire il sogno di tutta una vita, superando le avversità che si presentano lungo il cammino: come la morte dell’amato marito e manager o il rischio di perdere la voce per una malattia alle corde vocali.