Adattamento del romanzo del 1975 di Richard Nash, anche autore della sceneggiatura insieme a Nick Schenk (già collabotore di Clint Eastwood in The Mule, Gran Torino), Cry Macho parte da un’idea nata quarant’anni fa. Eastwood è regista e protagonista, insieme a un ragazzo, sua madre e uno strano gallo che dà il titolo al film.
Mike Milo ha posato le selle ma è un ex-campione di rodeo e addestratore di cavalli; non ha più molto intorno a sé, nemmeno un posto di lavoro in cui andare, visto il suo licenziamento.
Ma a un certo punto ha un motivo per alzarsi: viene incaricato dal suo ex capo di andare a recuperare il figlio a città del Messico e riportarlo in un luogo non ben identificato in Texas. Una parola data e un viaggio da intraprendere.
Cry Macho è un road movie dai grandi temi - perdita, dolore, fama, vecchiaia, rinascita - mai realmente approfonditi.
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Gli spunti sono tanti ma non prendono mai corpo e forma; e il film si limita a un viaggio che ha il sapore di poco esplorato. Le scene iniziali non giustificano la partenza inspiegabile e improvvisa: lo stesso protagonista, Mike, di fronte al figlio incredulo, difende il risveglio del padre dicendo che «è solo arrivato tardi, non per questo è un bugiardo»​. Ma queste giustificazioni non danno segnali significativi ma solo qualche intuizione in più per capire la spinta paterna verso un figlio dimenticato per 13 anni e ritrovato, adesso, «solo un pò più alto».Â
Lo sguardo severo e segnato di Clint Eastwood si scontra con il volto giovane di Eduardo Minett senza entrare mai davvero in sintonia: il rapporto che si crea tra Mike e il ragazzo (ipotetico rapporto padre/figlio) non dà  l’idea di portare a qualche cambiamento interiore o esteriore, ma infonde sospetti rispetto al passato dell'anziano protagonista.
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L’elemento di condivisione risiede nei paesaggi, che fanno da sfondo alle serate e nottate di questo road movie che porta i due personaggi a raccontarsi e viversi con un’apertura anche troppo slanciata. Così, fin dall’inizio, il ragazzo rivela il motivo del suo turbamento: «A casa succedono cose brutte. La strada è più sicura di casa mia, lì non ti puoi fidare di nessuno»​.
In tutto questo il vero "macho" del titolo è quel gallo, compagno di viaggio, che ha intrapreso e vinto battaglie che, forse, nessuno dei due protagonisti ha iniziato e portato a termine. Il gallo è portatore di un messaggio universale, elemento che dà  stabilità a una storia che scricchiola e non risulta così incisiva rispetto alle aspettative.
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Il racconto di una mascolinità , della forza che risiede in un animale sottovalutato e, solitamente, deriso, è la vera chiave di lettura di Cry Macho: la rinascita, e la possibile rivincita, non risiede nella forza bruta o in una virilità pronunciata ma, come nel caso del gallo, nella pazienza e nella capacità di resistere.
Non sarà  un Clint Eastwood stanco (91 anni) quello di Cry Macho ma senz'altro questo film appare un po' sfuocato. Il regista di Million Dollar Baby ci tiene ancora incollati allo schermo, per portarci ovunque voglia, anche se sono lontani i tempi del Premio Oscar e degli impolverati film di Sergio Leone.Â
Genere: drammatico, western
Titolo originale:Â Cry Macho
Paese, anno: USA, 2021
Regia:Â Clint Eastwood
Sceneggiatura: Richard Nash, Nick Schenk
Fotografia:Â Ben Davis
Montaggio: David Cox, Joel Cox
Interpreti: Clint Eastwood, Dwight Yoakam, Eduardo Minett, Fernanda Urrejola, Horacio Garcia-Rojas, Natalia Traven
Colonna sonora:Â Mark Mancina
Produzione: Malpaso Productions, Warner Bros. Pictures
Distribuzione:Â Warner Bros.
Durata:Â 104'
Data di uscita:Â 02/12/2021
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