A solo un anno di distanza dalla tarda adolescenza di Estate ’85 (ma già a venti da 8 donne e un mistero, del quale è in sala proprio ora il remake italiano), François Ozon salta le tappe intermedie della vita e arriva dritto alla fine. Fine nel vero senso del termine, perché È andato tutto bene affronta un tema insidioso come pochi: l’eutanasia (o, per essere più precisi, il suicidio assistito).
André (André Dussollier) è ricoverato in ospedale dopo un ictus: un braccio che muove a fatica, la voce rotta, una smorfia che gli trasfigura il volto, ma le sue condizioni non sono poi così disperate e la ripresa sembra dietro l’angolo.
Eppure l’uomo non ci sta più e, deciso che è arrivato il momento di farla finita, chiede a una delle figlie di aiutarlo a morire. Toccherà a Emmanuèle (Sophie Marceau) ritrovare con il padre un legame e anche il coraggio per scioglierlo per sempre: sette mesi di tempo prima dell’appuntamento con la morte in Svizzera, dove il procedimento è legale.
Con padre e figlia nel film altre figure di contorno, alcune perfette nel ruolo come la ex moglie “già morta” (Charlotte Rampling), altre tirate dentro per i capelli come Gérard, il compagno segreto di André (l’irrinunciabile personaggio omosessuale in ogni film di Ozon). La sorella di Emmanuèle è una buona spalla mentre il marito, che si occupa di cinema, Ozon si concede di deriderlo un pò (la telefonata perché non sa come fare entrare la carrozzina in ascensore, la preoccupazione più per la retrospettiva su Buñuel che per la salute del suocero).
Per il resto È andato tutto bene resta nelle mani dei due protagonisti: un Dussollier (che invero gigioneggia un po' troppo) vecchio egoista e piagnone che finisce per ribaltare il suo personaggio, e una splendida Marceau che gli sta dietro senza una sola sbavatura. La borghesia che va alla morte con diecimila euro («Come fanno i poveri?» chiede André, «Aspettano» gli risponde Emmanuèle) mentre la regia registra tutto senza prendere posizione né farci la morale.
Alla sua ventesima prova un François Ozon minore mette il pilota automatico e lascia fare al film, che ha momenti di inevitabile commozione ma non costringe mai alle lacrime lo spettatore.
Piuttosto, si evolve quasi nella commedia. Si avverte, come sempre fin dall’inizio, la mano sicura di uno dei più grandi metteur en scène in circolazione: Emmanuèle riceve una brutta telefonata, scende di corsa le scale e si ferma vedendo tutto sfocato; c’era già il thriller (più avanti anche quello legale) ma Ozon stavolta non imbocca la strada, come neanche quella del puro dramma.
Si entra nella storia un po' alla volta (anche se non si è mai davvero dentro), si sta dalla parte della figlia, si finisce per voler bene anche al padre. Al film numero venti il regista francese prende la morte di petto: È andato tutto bene, ma poteva anche andare meglio.
Genere: drammatico
Titolo originale: Tout s'est bien passé
Paese, anno: Francia, 2021
Regia: François Ozon
Sceneggiatura: François Ozon
Fotografia: Hichame Alaouie
Montaggio: Laure Gardette
Interpreti: André Dussollier, Eric Caravaca, Géraldine Pailhas, Grégory Gadebois, Hanna Schygulla, Jacques Nolot, Laëtitia Clément, Sophie Marceau
Produzione: Mandarin Films
Distribuzione: Academy Two
Durata: 113'
Data di uscita: 13/01/2022