Nel bene o nel male Scream ha rappresentato uno spartiacque. Scritto da Kevin Williamson (sì, il creatore di Dawson’s Creek: non è una cosa che fa uscire di testa anche voi?) e diretto dal veterano Wes Craven (creatore, tra le altre cose, della saga di Nightmare) Scream si è imposto subito come nuovo cult.
Arrivato in sala a ridosso della fine del millennio (1996, ma Scream 3 arriva nel febbraio del 2000), ha messo il punto al filone horror/slasher che imperversava al cinema sin dagli anni ’70, tirando le fila di un discorso articolato (a tratti persino sfilacciato se pensiamo a quante incarnazioni questo genere ha assunto in quasi un trentennio) nel migliore dei modi possibili.
Non ultimo il fatto d’introdurre il concetto di “metacinematografico” (già sfruttato proprio da Wes Craven un paio d’anni prima in Nightmare – Nuovo incubo), evitando di limitarsi solo ad ammiccamenti e citazioni - quelli sì che sono state la vera rovina del cinema horror, vedi cose tipo La Babysitter o The final girls - ma utilizzando la struttura archetipica di questo genere come base per ribaltare i cliché. E aggiungendoci anche una buona dose d’ironia.
Quante volte avete visto Jason Voorhees o Michael Myers inciampare o cadere al tappeto dopo aver incassato un calcio in mezzo alle gambe? Ghostface lo fa, come se gli autori volessero ricordarci che alla fine il killer è solo un uomo, ma allo stesso tempo anche quanto orrore è in grado di perpetrare un uomo.
Scream smorza i toni dell’horror come lo conoscevamo solo per renderlo più onesto, reale e generazionale. C’è una frase in Scream (questo del 2022, che per comodità ribattezzeremo provvisoriamente Scream 5) che suona pressapoco così: «siete affezionati al film originale perché l’avete visto quando avevate 12 anni ed è stato il vostro primo film vietato ai minori». Per chi scrive è davvero così.
Non si riesce a voler male a Scream. La saga si ripresenta in modo ciclico come se fosse Pennywise, una volta ogni 11 anni - 2000, 2011, 2022 - e ripropone praticamente la stessa storia, gli stessi personaggi, lo stesso canovaccio, le stesse coordinate. Ogni volta aggiornandosi e attingendo all’evoluzione del cinema horror.
Se nella trilogia originaria venivano glorificati i mostri sacri come Halloween, Non aprite quella porta, Venerdì 13 e Nightmare, Scream 4 faceva una panoramica sull’horror della prima decade del nuovo millennio, chiamando in causa il torture porn di Saw (l’iconica frase «voglio fare un gioco con te» l’ha detta prima Ghostface). Questo Scream 5 arriva a evidenziare la differenza netta tra l’horror del passato e quello contemporaneo di Babadook, The VVitch, Midsommar.
Più in generale riflette sull’ondata di “requel” che stanno arrivando in sala: né sequel né remake, ma strani ibridi che cercano di glorifcare i film originali giocando le stesse carte e introducendo nuovi protagonisti nella speranza di iniettare nuova linfa vitale alle saghe.
E sì, anche la storia di Scream 5 alla fine è sempre la stessa: qualcuno a Woodsboro decide di indossare il costume da Ghostface e inizia a compiere un massacro.
Di più non si può aggiungere perché, davvero, potrebbe essere un campo minato di spoiler. Insomma, un reimpasto di scene e personaggi già visti, cliché stravolti e prospettive ribaltate, che poi di fatto è sempre stata la struttura su cui si basava l’intera saga sin dall’inizio.
La vera differenza con i precedenti capitoli è che qui non ci sono né Kevin Williamson (rimasto in veste di produttore esecutivo), né Wes Craven, sostituiti invece dai Radio Silence (il duo Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett) che avevano già dato prova delle loro capacità horror con l’ottimo Southbound.
Scream 5 alla fine non aggiunge nulla a quanto già detto dai suoi predecessori, ma ci ricorda con un monito inamovibile che anche se passano gli anni e le generazioni si succedono, il movente dei killer che si nascondono dietro la maschera di Ghostface è sempre lo stesso: la ricerca di notorietà. E comunque è un operazione più riuscita e onesta del requel di Halloween.
Genere: thriller, horror
Paese, anno: USA, 2022
Regia: Matt Bettinelli-Olpin, Tyler Gillett
Soggetto: Wes Craven, Kevin Williamson
Sceneggiatura: James Vanderbilt, Guy Busick
Fotografia: Brett Jutkiewicz
Interpreti: Courteney Cox, Neve Campbell, David Arquette, Melissa Barrera, Kyle Gallner, Dylan Minnette, Mason Gooding, Jenna Ortega, Jack Quaid, Marley Shelton, Sonia Ammar, Jasmin Savoy Brown, Mikey Madison
Musiche: Brian Tyler
Produzione: Paramount Pictures
Radio Silence Productions,
Project X Entertainment, Outerbanks Entertainment,
Spyglass Entertainment Group
Distribuzione: Eagle Pictures, Paramount Pictures
Musiche: Brian Tyler
Durata: 114'