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Perché dare una chance a Il Potere del Cane, il film di Jane Campion su Netflix

03/03/2022 18:00

Samantha Ruboni

Editoriale, Approfondimento Film, Oscar, Netflix Original, Film Drammatico, Film Western, Jane Campion, Benedict Cumberbatch, Kirsten Dunst,

Perché dare una chance a Il Potere del Cane, il film di Jane Campion su Netflix

Tra le critiche giunte a Il Potere del Cane c'è la lentezza e la sua lunghezza: eppure, per noi, è un film a cui dare più di una chance

Tra le critiche giunte a Il Potere del Cane c'è la lentezza e la sua lunghezza: eppure, per noi, è un film a cui dare più di una chance. E non solo per il record di nomination agli Oscar 2022.

Avete presente Tik Tok? Per chi non lo sapesse, si tratta di un social network, molto amato dai giovanissimi, basato sulla condivisione di video dalla durata massima di 60 secondi. Soprattutto dopo il lockdown, il mondo dell'audiovisivo è sempre più simile a Tik Tok: si salvi chi può da monologhi e testi scritti, mentre trionfano invece balletti e colori. Le immagini sembrano concepite per essere fruite rapidamente, senza eccessivo impegno, giusto per passare un po' di tempo. Su Tik Tok, dopo un video ne arriva subito un altro. E anche al cinema è così: in sala, un film segue l'altro; in tv, finita una serie ne incomincia una nuova. Senza pause, senza prenderci un momento per rifletterci su.

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Attenzione: questa non è una critica al social più famoso al mondo - faccio parte anche io della sua community -  ma solo una riflessione su come questo tipo di “fast social” abbia completamente cambiato la nostra percezione del mezzo visivo. Tutto deve essere veloce, arrivare subito al punto, senza perdere tempo in chiacchiere, in una trama elaborata, in cose strane che - in realtà - servono per capire il finale.

 

Che la "colpa" di questo cambiamente sia dovuto al logorio della vita moderna, il Cinar già lo dichiarava in tempi non sospetti. Nella nostra esistenza veloce e frenetica, chi ha più voglia di spararsi un pippone cinematografico? 

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Io. Lo ammetto: sono una grande appassionata di film lunghi, anzi lunghissimi, ne avevo già parlato in un articolo tempo fa. Il bello dei "polpettoni" è che, contrariamente a quello che si può pensare, sono rilassanti. I film lunghi e lenti mi danno un senso di pace e quiete. E arriviamo così al perché di questo editoriale: le polemiche riguardo Il potere del cane di Jane Campion.

Vincitore del Leone d’argento alla regia a Venezia e nominato a 12 Oscar, siamo davanti a un film con la F maiuscola. È su Netflix, disponibile per spettatori e spettatrici dotati/e di un solo requisito: la pazienza.

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Siamo di fronte a film di più di due ore, che si risolve completamente solo nel finale e in cui tutto si comprende tramite indizi da cogliere attentamente lungo la trama. Insomma: solo se siamo stati attenti, molto attenti, capiremo qualcosa del significato di Il potere del cane. Di pazienza ce ne vuole, e tanta. Non è un film veloce come l'episodio di una serie tv o come un action in cui, ogni 5 minuti, accade qualcosa. E, di certo, Il potere del cane non è un reel di Instagram o un video di Tik Tok, che passa e va in pochi secondi.

Il film di Jane Campion si prende il suo tempo e chiede allo spettatore di donarsi completamente, per ascoltare una storia che si protrae negli anni e si conclude "a sorpresa". È un film fatto di respiri e di pause, di silenzi e lunghe riprese. Ma è anche un film colmo di indizi, necessari per capirne il finale. Che diventa perfino più succulento alla seconda visione.

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È vero peccato che molto pubblico - soprattutto quello di Netflix - non abbia donato il suo tempo a Il potere del cane, perché è un film davvero importante. Un western che parla di mascolinitià tossica, di vendetta, di violenza psicologica, di abbandono, di gelosia, di repressione, di machismo e di perdita. Un film così importante che ha fatto arrabbiare anche Sam Elliott. E noi non possiamo che esserne felici.

Al netto delle polemiche, e a prescindere dagli Oscar, il film di Jane Campion è un'opera di cui si parlerà ancora per molti anni. Se fossi in voi, io un’altra chance gliela darei.

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