C’è una regola, applicabile forse un po' a tutto il cinema, ma che in Francia è infallibile: i francesi fanno sempre lo stesso film. Certamente alla regola non sfugge Gli amori di Anaïs, gradevole esordio di Charline Bourgeois-Tacquet che ne ribadisce la validità.
Anaïs ha un fidanzato che forse non vuole già più, un bambino in grembo che è certa di non volere, una madre ancora giovane che deve lottare contro un brutto male.
Una ragazza che è un vero vulcano («un trattore» a detta del fidanzato) e vive la propria indipendenza sempre di corsa, tra una casa parigina che non può permettersi e una nuova avventura: prima arriva Daniel, un editore che ha l’età di suo padre, poi verrà sua moglie Emilie, con la quale proseguirà il suo gioco di seduzione.
L’ambiente è quello della solita borghesia colta e libertina, che vive in mezzo ai libri e ne scrive anche. L’ideale per la giovane Anaïs, presa dalla corrispondenza tra Madame De La Fayette e Madame De Sévigné (per la sua tesi sulla scrittura della passione nel XVII secolo) e innamorata della letteratura: «Se leggo un libro voglio che resti con me per sempre». Sarà ancora un libro, perso e ritrovato (Il rapimento di Lol V. Stein di Marguerite Duras), l’occasione per le due donne di avvicinarsi in tutti i sensi.
Film colto e appassionato, tra continui rimandi alla nouvelle vague (Rohmer, Truffaut, Sautet) e citazioni alleniane (i tre si ritrovano al cinema a vedere Un'altra donna, pellicola di Allen del 1988), Gli amori di Anaïs padroneggia i suoi ascendenti, letterari e cinematografici, e regge bene per metà.
Costruito tutto attorno alla sua protagonista Anaïs (Demoustier), che un pò ricorda la Julie del recente La persona peggiore del mondo, il film finisce per disperdere la sua vitalità e non portare a niente.
«È bello il tuo amore ma devi farne qualcosa», dirà una ormai disincantata Emilie ad Anaïs: suona come un ammonimento al film stesso, perché Bourgeois-Tacquet punta tutto su un personaggio che c’è tanto, troppo, ma non abbastanza. La scena d’amore saffico è piuttosto brutta e l’epilogo frettoloso, ma per il resto è fatto tutto come si deve (musiche originali di Piovani comprese, e canzone furba – Bette Davis eyes - nel momento giusto). La forma c’è, la sostanza meno.
Genere: commedia
Paese, anno: Francia, 2021
Regia: Charline Bourgeois-Tacquet
Interpreti: Anaïs Demoustier, Valeria Bruni Tedeschi, Denis Podalydès, Jean-Charles Clichet, Xavier Guelfi, Christophe Montenez, Anne Canovas, Bruno Todeschini, Annie Mercier, Grégoire Oestermann, Marie-Armelle Deguy
Sceneggiatura: Charline Bourgeois-Tacquet
Fotografia: Noé Bach
Montaggio: Chantal Hymans
Musiche: Nicola Piovani
Produzione: Année Zéro, Les Films Pelléas
Distribuzione: Officine UBU
Durata: 98'
Data di uscita: 28 aprile 2022