Per quindici anni Roberto Faenza è stato dietro a “l’incredibile storia di Mario Capecchi”, una storia fantastica ma vera (Capecchi è un genetista premio Nobel) che sembra nata per il cinema, magari quello delle grandi pellicole hollywoodiane. Ne ha l’aria, già dal cast internazionale e da quel titolo - Hill of vision - che è rimasto a dispetto della nostra abitudine a tradurre tutto.
Alto Adige, 1941. Figlio di un convinto militante del partito fascista e di un’americana convinta del contrario, il piccolo Mario si ritrova presto lontano da entrambi.
Dopo essere stato affidato a una famiglia contadina, Mario conosce una ragazzina di nome Frank con la quale inizia a vagabondare per l'Italia, ritrovando il padre a Reggio Emilia (ma è un incontro che serve solo a chiarirgli la cattiva natura del genitore).
Trovata accoglienza presso una comunità cattolica, Mario è ormai un adolescente quando finalmente si ricongiunge con la madre (rimasta psicologicamente instabile dopo la deportazione) per iniziare una nuova vita in America. Le difficoltà di adattamento, soprattutto a scuola, verranno compensate da uno zio scienziato che segnerà per sempre la sua strada.
Tra bambini addomesticati al ruolo e drammatiche macchiette, Hill of vision impacchetta emozioni in un susseguirsi di banalità di stile e contenuti. Soggetto e sceneggiatura dello stesso Faenza, che gioca con il cinema ripetendo però la lezione col fiato corto di una fiction: scrittura da film per ragazzi (la parte del preside è grottesca), regia stucchevole e gara al peggior interprete, soprattutto nella prima parte.
Le cose sembrano mettersi meglio dopo l'arrivo in America, con un Mario più a suo agio nei panni di Jake Donald-Crookes: faccia giusta e una buona prova, indispensabile in un film dove tutti recitano assai. È una seconda parte che sa più di cinema, ma rimangono le pecche di un film che non prende mai davvero vita: gli episodi restano slegati, i personaggi sono copie sbiadite di altri, la vera storia di Mario Capecchi (che apparirà nel finale) c'è ma non passa.
Grandi ambizioni e un'occhio alle grandi platee (la produzione è quella che c’era dietro La vita è bella), ma Hill of Vision resta un mappazzone cinematografico adatto più alle mense televisive, dove si finisce quando non c'è nient'altro in giro.
Genere: drammatico, biografico
Paese, anno: Italia/USA, 2022
Regia: Roberto Faenza
Sceneggiatura: Roberto
Faenza, David Gleeson
Fotografia: Giuseppe Pignone
Montaggio: Walter Fasano
Musiche: Andrea Guerra
Intepreti: Laura Haddock, Edward Holcroft, Lorenzo Ciamei, Jake Donald-Crookes, Elisa Lasowski, Francesco Montanari, Rosa Diletta Rossi
Distribuzione: Altre Stori
Produzione: Jean Vigo Italia, Rai Cinema, Rhino Films
Durata: 101'
Data di uscita:16 giugno 2022