Non è con questo Brado la prima volta da regista per Kim Rossi Stuart, che esordiva già nel 2006 (Anche libero va bene) e ci riprovava dieci anni dopo con Tommaso, film immaturo e narcisista tra Moretti e Brass, ma anche irresistibilmente cinéphile.
Torna di nuovo un Tommaso, qui operaio acrobatico taciturno e introverso, che ha vent’anni ma una vita già complicata: una relazione tossica dalla quale non riesce a liberarsi, una madre eterna ragazzina con improbabili fidanzati, un padre burbero isolato tra i suoi cavalli, che vivacchia tra lezioni di equitazione e sogni di gloria.
Tra padre e figlio non corre buon sangue e a mediare c’è la sorella, ma sarà un cavallo indomabile a farli riavvicinare per sempre.
Ha sempre creduto nelle sue doti da regista Rossi Stuart e, arrivato al terzo film, sembra crederci con la stessa ostinazione dei suoi personaggi.
Tanto che questa volta fa tutto lui, traendo il film dal suo racconto La cura (in Le guarigioni per La Nave di Teseo) ed interpretando lui stesso il padre Renato, il «Clint Eastwood dei poveri» come si fa astutamente apostrofare nel film.
Il mito del far west americano nel centro Italia - con tanto di ranch di cavalli, veranda dove bere whiskey e orizzonti lontani - funziona quanto basta e assicura al film una sua identità; meno bene quando si gioca uno contro uno (il rapporto padre-figlio, che è il cuore del film), perchè la solita croce della recitazione in fortissimo tocca portarla pure noi (e il finale che chiude il cerchio è un supplizio anche per lo spettatore).
Sanguigno e appassionato, Brado sfrutta l’inevitabile estetica del West in una storia dall’anima disneyana: i cuccioli da salvare, il cavallo ribelle, «chi si crede forte è debole, chi si crede debole è forte».
Rossi Stuart si muove ormai sicuro davanti alla macchina da presa - e dietro anche meglio - e salta col suo cavallo un percorso tra gli ostacoli dell’effetto fiction tv.
Qualche flashback e qualche metafora di troppo (come quelle sull’affogare o sul domare) gli fanno rompere il passo - per restare in gergo ippico - ma porta a casa un film per tutti che si guarda con istintiva indulgenza.
Genere: drammatico
Paese, anno: Italia, 2022
Regia: Kim Rossi Stuart
Sceneggiatura: Kim Rossi Stuart
Fotografia: Matteo Cocco
Montaggio: Alessio Rivellino AIC
Interpreti: Kim Rossi Stuart, Barbora Bobulova, Saul Nanni, Alida Calabria, Viola Sofia Betti, Rinat Khismatouline, Paola Lavini, Achille Marciano, Alma Noce, Federica Pocaterr
Produzione: Palomar, Sky, Amazon Prime Video
Distribuzione: Vision Distribution
Durata: 116'
Data di uscita: 20 ottobre 2022