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Forever Young - Les Amandiers (2022), la recensione del film di Valeria Bruni Tedeschi tra autobiografia e ric

01/12/2022 18:00

Matilde Migliosi

Recensione Film, Festival, Festival di Cannes, Film Romantico, Film Drammatico, Film Italia, Film Francia, Valeria Bruni Tedeschi, Louis Garrel,

Forever Young - Les Amandiers (2022), la recensione del film di Valeria Bruni Tedeschi tra autobiografia e ricordi

Una narrazione vera e genuina, senza cliché o scorciatoie, con una forza folle ma allo stesso tempo intelligente.

Acclamato a Cannes 75, arriva nelle sale italiane il settimo (e francese) film di Valeria Bruni Tedeschi: Forever Young (Les Amandiers). Una fotografia tenuta in tasca per molti anni, un po’ sgualcita, ma che mantiene ancora vividi i ricordi.

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La storia ha delle marcate note autobiografiche e parla di un gruppo di giovani che riesce a entrare nella prestigiosa scuola di teatro Les Amandiers a Parigi negli anni '80. La regista ha frequentato la stessa scuola nello stesso periodo e persino il direttore del teatro ha lo stesso nome: Bruni Tedeschi ricorda quindi un'esperienza profondamente importante per il proprio percorso.

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La protagonista Stella, una giovane borghese ossessionata dal tempo che passa, durante le lezioni si innamora di Etienne, un giovane tenebroso tendente alle dipendenze, dando vita a un’appassionata storia d’amore destinata a culminare in tragedia.

L’euforia e la vitalità della giovinezza si intervallano con cupe problematiche e ostacoli da superare, per poter trovare un pubblico disposto a ascoltarli.

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Quello che potrebbe sembrare un semplice ritratto di una generazione e di un’epoca in realtà lascia spazio a più ampie questioni come la sensazione ripetuta all’infinito di terrore per la giovinezza che sfugge, oppure alle dipendenze e alle malattie come l’AIDS.

 

Nonostante queste tematiche così importanti, il tono della narrazione è vero e genuino, senza cliché o scorciatoie, con una forza folle ma allo stesso tempo intelligente.

La giovinezza risulta essere il tema cardine della storia, con tutte le sue caratteristiche e contraddizioni: vi sono folli amori ma perdite dolorose, vi è la fretta di crescere e la fragilità delle responsabilità, vi sono i sogni più grandi e gli ostacoli da superare per raggiungerli.

 

Altra importante tematica è sicuramente la figura dell’attore: la narrazione rimbalza continuamente tra la vita portata in scena e la scena portata nella vita

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Le sequenze recitative sono intense ed eccessive, fino al grottesco, spingendo gli attori nella spirale dell’attore che recita l’attore. Questi ultimi sono il cuore pulsante di questa operazione espressa grazie a primissimi piani, con una forza difficile da trovare in interpreti così giovani.

 

Le stesse emozioni brucianti sul palco precipitano inevitabilmente nella vita reale: non a caso la protagonista Stella si innamora di Etienne solo dopo aver assistito a un suo monologo che produrrà un pianto a dirotto per la commozione.

 

Viene da chiedersi se questa gioia e questa disperazione impattano lo spettatore così tanto perché espresse in arte.

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Un rimando alla metafora iniziale dell’istantanea rovinata arriva anche dalla stravagante fotografia in pieno stile anni '80, con colori saturati che si perdono gli uni negli altri e una vivida grana: le porte dello schermo cinematografico si aprono su un mondo che ormai non c'è più, con i suoi pregi e i suoi difetti, che può vivere solo attraverso i ricordi.

 

Un ennesimo punto a favore è la colonna sonora, composta da canzoni più o meno famose di quegli anni, in grado di annegare lo spettatore ormai in un mare di nostalgia. Si parte da Janis Joplin e si arriva a una drammatica Guarda che luna, cantata rigorosamente in italiano.

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Il nome della scuola, in francese, significa "I mandorli”, alberi che, lasciando cadere i propri semi, fanno germogliare nuove piante nel terreno: una metafora del sapere, che passa dai consumati insegnanti ai giovani allievi spensierati. Queste figure così diverse si uniscono, accumunate da una stessa vita: quella dell’attore, anormale e intensa, con gli occhi sempre puntati sul palcoscenico. Ed ecco che il luogo di rappresentazione per eccellenza diventa l’unico posto in cui vivere senza soffrire, l’unico modo per superare il lutto «perché è questo che sappiamo fare»​​, come ricorda il direttore del teatro.

Nonostante le lacrime, i dolori, le gioie e le passioni, gli attori possono sempre trovare conforto nella rappresentazione di quella stessa vita che spesso spaventa più di quello che li aspetta varcata la quinta del teatro.


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Genere: commedia, drammatico

Titolo originale: Les amandiers

Paese, anno: Francia/Italia, 2022

Regia: Valeria Bruni Tedeschi

Sceneggiatura: Agnès de Sacy, Noémie Lvovsky, Valeria Bruni Tedeschi

Fotografia: Julien Poupard

Montaggio: Anne Weil

Interpreti: Alexia Chardard, Baptiste Carrion-Weiss, Bernard Nissille, Clara Bretheau, Eva Danino, Franck Demules, Isabelle Renauld, Léna Garrel, Liv Henneguier, Louis Garrel, Micha Lescot, Nadia Tereszkiewicz, Noham Edje, Oscar Lesage, Sandra Nkake, Sarah Henochsberg, Sofiane Bennacer, Vassili Schneider

Produzione: Ad Vitam, Agat Films & Cie, ARTE, Bibi Film, Lucky Red

Distribuzione: Lucky Red

Durata: 120'

Data di uscita: 01/12/2022

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