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Il prodigio (2022), tra verità e finzione: la recensione del film di Sebastián Lelio con Florence Pugh

11/12/2022 11:44

Giulia Seccia

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Il prodigio (2022), tra verità e finzione: la recensione del film di Sebastián Lelio con Florence Pugh

Il film si snoda tra le contrapposizioni che dividono i due personaggi femminili principali.

«Le persone che state per incontrare, i personaggi, credono nelle proprie storie con assoluta devozione. Non siamo niente senza storie, e dunque vi invitiamo a credere in questa». Le parole di una voce femminile sconosciuta provenienti dal fuoricampo ci guidano all’interno delle prime immagini di Il prodigio (The Wonder), film del 2022 diretto da Sebastián Lelio, incentrato sul personaggio di un’infermiera inglese che si vede costretta a recarsi in un villaggio rurale irlandese per adempiere un compito particolare.

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Noi spettatori raggiungiamo così, insieme al suo personaggio, un’Irlanda chiusa in se stessa, sospettosa verso le intrusioni esterne; un paese che nel 1862 ancora risente gli orrori di quella che passò alla storia come la Grande Carestia irlandese.

Il compito dell’infermiera, Elizabeth Wright (Florence Pugh), è quello di osservare il caso particolare di una bambina di undici anni, Anna O’Donnell (Kíla Lord Cassidy), che sembra aver vissuto gli ultimi quattro mesi senza toccare cibo: un caso che viene considerato dagli uomini di scienza come un’anomalia medica e dai religiosi come un miracolo.

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Elizabeth Wright dovrà comprovare l’una o l’altra ipotesi.

Il film si snoda tra le contrapposizioni che dividono i due personaggi femminili principali: il soggetto-osservatore, legato alla razionalità scientifica, e l’oggetto-osservato, legato invece a una forte fede religiosa.

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Mentre Elizabeth cerca di risolvere il mistero che circonda il digiuno di Anna, la quale sembra solo apparentemente in grado di nutrirsi di preghiere, si susseguono le riprese incentrate sull’atto del cibarsi da parte di Elizabeth, di importanza fondamentale ai fini della narrazione. È tramite una di queste riprese che ci viene presentato per la prima volta il suo personaggio, ed è proprio l’azione di cibarsi che porta Elizabeth ad avere una rivelazione sul motivo del comportamento incomprensibile di Anna.

È interessante notare come, nonostante Elizabeth Wright sia un personaggio portatore di razionalità, possegga anche lei, come Anna, sfumature religiose: il suo ossessivo rituale personale - che ci mostra l’intimità della donna con il dolore della perdita - coinvolge un paio di scarpe da neonata e una boccetta, da cui Elizabeth ingerisce un liquido indefinito mentre il suo corpo viene bagnato dalla luce rossastra delle fiamme intrappolate in una stufa; prima di riavvolgere la boccetta e le scarpe all’interno di una stoffa bianca che, ogni volta, macchia con il proprio sangue.

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Il film è caratterizzato da un senso di inquietudine crescente: dal cupo (e a tratti minaccioso) commento sonoro a immagini in cui prevalgono colori freddi e scuri; dal personaggio misterioso a cui appartiene la voce fuoricampo al rituale di sangue dell’infermiera, sino al lento decadimento del corpo della bambina.

 

Così, mentre Elizabeth e Anna confluiscono sempre di più l’uno nell’altra e l’affetto che iniziano a nutrire a vicenda cresce, cresce anche la sensazione che qualcosa di terribile stia per succedere. In un ritmo incalzante che culmina nel momento in cui l’arcano del film viene svelato.

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Gli elementi disturbanti che caratterizzano il film non sono presenti solo all’interno della narrazione.

 

Difatti, il momento che precede l’inizio della storia e il momento che segue la sua fine costringono lo spettatore a fare i conti con la presa di coscienza della finzione scenica, atto che va a squarciare l’illusione della “verità” narrativa: abbiamo bisogno di credere alle storie che consumiamo, almeno nel periodo di tempo in cui le stiamo consumando, ma nell’attimo in cui la realtà irrompe nella finzione questo ci viene impedito.

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Sebastián Lelio mischia, quindi, verità narrativa e finzione scenica con il fine di raccontarci una storia semplice, che si regge su una serie di contrasti (razionalità e fede, nutrimento e digiuno, vita e morte, dentro e fuori, realtà e finzione), ma comunque potente. Una storia di dolore e crudeltà, ma anche, si spera, salvezza.


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Titolo originale: The Wonder
Regia: Sebastián Lelio
Paese, anno: Regno Unito/Stati Uniti/Irlanda, 2022
Durata: 108’
Genere: Drammatico, Thriller
Cast: Abigail Coburn, Brían F. O'Byrne, Dermot Crowley, Juliette Hurley O'Dwyer, Carly Kane, Carla Hurley O'Dwyer, Darcey Campion, Niamh Algar, Caolan Byrne, Ciarán Hinds, David Wilmot, Elaine Cassidy, Florence Pugh, Josie Walker, Ruth Bradley, Toby Jones
Sceneggiatura: Sebastián Lelio, Emma Donoghue, Alice Birch
Fotografia: Ari Wegner
Montaggio: Kristina Hetherington
Musiche: Matthew Herbert
Produttore: Juliette Howell, Ed Guiney, Angus Lamont, Tessa Ross, Andrew Lowe
Casa di Produzione: Element Pictures, Fís Éireann / Screen Ireland, LSG Productions, House Productions
Distribuzione: Netflix

Data di uscita: 16/11/2022

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