Marcel the Shell (2023), la recensione del film di animazione che parla (anche) agli adulti

Marcel the Shell è un film ingannevole. Protagonista della storia è una piccola conchiglia con un solo occhio, un paio di scarpe da ginnastica rosse e un’innocenza meravigliata come solo quella di un bambino sa essere.

Prima di diventare il protagonista di un film, Marcel the Shell apparve in un video fatto in casa durante il periodo della pandemia che totalizzò ben 33 milioni di visualizzazioni, suscitando la curiosità e l’amore del pubblico al punto da generare una serie di libri per bambini.

Ed è proprio il fatto che questo personaggio possa apparire “per bambini” a ingannare: sotto quest’apparenza innocente, si cela molto di più. Una storia stratificata come quella de Il piccolo principe che agli occhi degli adulti rivela una dimensione molto più profonda, in grado di andare oltre la delicatezza del racconto.

Marcel the Shell è un film estremamente adulto: nonostante l’apparenza fanciullesca, parla direttamente ai grandi utilizzando un linguaggio estremamente semplice e quasi disilluso.

Realizzato anch’esso come se fosse un mokumentary (con la piccola conchiglia fatta muovere in stop motion), il film inizia quando entra in scena Dean, un regista amatoriale che decide di mettere Marcel e la sua storia al centro di un documentario da caricare online. La visibilità che acquisterà la storia di Marcel lo porterà a essere prima una stella in ascesa, poi a risolvere il mistero della sparizione della sua famiglia.

La prima parte sembra una sorta di film post apocalittico in cui le badlands sono una grande casa oramai non più abitata. Ed è un continuo susseguirsi di meraviglie e trovate incredibili, che ci fanno conoscere il mondo che Marcel e sua nonna hanno costruito attraverso mille trovate geniali; dal mondo che hanno di procurarsi il cibo, sino a quello che utilizzano per spostarsi nella grande casa. Tutto ciò ci viene narrato direttamente dalla piccola conchiglia con tono quasi sognante.

La storia di Marcel è una sorta di viaggio di formazione e introspezione, compiuto non tanto dal protagonista ma rivolto direttamente al pubblico.

Perdita, abbandono, lutto, solitudine, sono solo alcuni dei temi che il film riesce a toccare, trattandoli con estrema delicatezza e semplicità, con un vago linguaggio fanciullesco che però si rivolge soprattutto (per non dire esclusivamente) agli adulti. Candidato agli Oscar 2023 come Miglior Film di Animazione.