Il più brillante capitolo dell'ideale trilogia sui morti viventi di marca fulciana (iniziata con Paura nella Città dei Morti Viventi e proseguita con Quella Villa Accanto al Cimitero) e, assieme a Zombi 2, il miglior horror in assoluto girato dal regista romano. I motivi possono essere rintracciati nell'alchimia ormai perfetta di un team di lavoro rodato: Giannetto De Rossi, mago degli effetti speciali nonostante il solito budget risicato; Fabio Frizzi, con una delle sue colonne sonore migliori in assoluto; Dardano Sacchetti, le cui sceneggiatura, al solito allucinata e delirante, qui riesce ad acquistare una coerenza tutta sua. Ma soprattutto è in questo film che il talento di Fulci dietro alla macchina da presa riesce ad esplodere, creando un'atmosfera visionaria e surreale, immergendo i malcapitati protagonisti della vicenda all'interno di tutti i tòpoi dei suoi film (il sangue, la morte, la sensazione di "sospensione" e tragica attesa), mostrando anche una libertà espressiva che raramente si riesce a trovare nei film di genere. Basterebbe citare lo stupendo prologo virato in seppia (in alcuni paesi la scena è stata montata a colori), il piano sequenza che vede la protagonista conoscere la ragazza cieca o limitarsi al modo in cui lo sguardo del regista si muove nello spazio, in maniera nervosa, quasi spettrale. Il destino e la popolarità di questo gioiello horror andranno di pari passo con quella del suo regista: sfortunato e con poco seguito in Italia, molto più fortunato all'estero.