Praticamente sconosciuto da noi ma acclamato in Inghilterra e America, City on Fire è uno dei capisaldi e degli iniziatori di quello stile cinematografico che ha contraddistinto gli action di Hong Kong da almeno vent’anni a questa parte. Una storia di gangsters, come lì ne vengono raccontate a centinaia, con Chow Yun-Fat nei panni di un giovane poliziotto infiltrato in una banda di rapinatori da tanto, troppo tempo, in bilico tra il suo dovere di sbirro e l"amicizia e il rispetto per il capo dei criminali, un Danny Lee rapinatore malinconico e disilluso in una delle sue interpretazioni migliori. Due protagonisti di forte impatto, entrambi dotati di una morale, seppur sporcata dal sangue o dal tradimento, fino al grande colpo, un'ultima rapina dai tragici esiti. Se ci state pensando, si, è proprio così: City on Fire è una delle pellicole che hanno maggiormente ispirato Tarantino per Le Iene, tanto da fargli praticamente copiare - più o meno pedissequamente - alcune scene, battute e inquadrature. Ma se la grandezza della controparte americana sta nel mettere praticamente sempre in primo piano il rapporto tra il rapinatore e l’infiltrato, qui Ringo Lam (che è comunque un ottimo regista spesso più efficace dello stesso John Woo) perde un pizzico dell’efficacia del confronto tra due personaggi carismatici come Lee e Yun Fat, dando troppo spessore a sottotrame e tematiche maldestramente melò come il rapporto problematico tra Fat e la sua ragazza. Ciononostante City on Fire rimane un mirabile esempio di cinema di Hong Kong, un film dove ogni bagno di sangue è eroico, dove gli eroi sono i cattivi e non piangono mai.