Dopo il discreto successo di critica e pubblico del primo Hostel, Eli Roth ritenta la fortuna e torna con il secondo episodio dell’ostello delle torture, presentando la storia da una prospettiva totalmente diversa. Se nel primo film si seguivano esclusivamente le vicende di tre ragazzi alla scoperta dell’Europa dell’est, nel sequel - dopo un inizio che sembra ripercorrere la stessa strada - viene delineata e caratterizzata la figura del torturatore, presentato come un benestante frustrato e/o annoiato dalla vita. Dopo aver omaggiato l’horror americano (Cabin fever) e quello orientale (Hostel), Eli Roth decide di rendere omaggio al cinema anni ’70 di casa nostra (impreziosendo il tutto con i cammei di Edwige Fenech, Ruggero Deodato e Luc Merenda). Ne esce un film che scioglie, senza particolare successo, il binomio (porta fortuna nella Part I) gorno; annullando totalmente il lato erotico e concedendo al gore solo poche e precise scene, per cercare di concentrarsi maggiormente sull’aspetto psicologico dei business-man che organizzano e prendono parte a questa macabra organizzazione. Un passo indietro per questo genietto dell’horror moderno che dopo due buoni film cade nella retorica (il concetto del ricco annoiato francamente lo conoscono anche i muri) e nemmeno il lato della critica sociale/politica (il capitalismo che è in grado di comandare senza scrupoli e decidere chi deve vivere o morire) riescono a tenere alto l’interesse per la storia. Solo un passo falso per Roth o è l'esempio che attesta l'ennesima caduta del genere dei torture movie? Il regista in questa occasione concede qualche buono spunto ai suoi detrattori che lo considerano sopravvalutato e raccomandato (ricordiamo che è sotto l’ala protettiva di Quentin Tarantino nelle vesti di produttore), anche se continua ad essere il solito fiume in piena, con sempre molte idee e tanto entusiasmo. Flop con conseguente polemica: il sequel è stato sicuramente un insuccesso a livello di pubblico e critica rispetto al primo film, Roth in seguito colpevolizzerà la pirateria per gli scarsi rendimenti al botteghino, dichiarando che il suo film è stato il più scaricato del 2007. Se è stato davvero frustrato dall’insuccesso commerciale della sua ultima fatica, di sicuro il suo prossimo progetto (Trailer trash) non lo dovrebbe fare assolutamente dormire tranquillo.