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Ufficiale e gentiluomo

29/03/2008 11:00

Vito Sugameli

Recensione Film, Richard Gere,

Ufficiale e gentiluomo

Al mezzo cinema possiamo attribuire diversi significati, più o meno definibili ed inquadrabili in un assetto ben preciso: è sicuramente una finestra che si affa

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Al mezzo cinema possiamo attribuire diversi significati, più o meno definibili ed inquadrabili in un assetto ben preciso: è sicuramente una finestra che si affaccia sul mondo, sulle difficoltà delle popolazioni che lo abitano e sulle emozioni che ci appartengono, per esempio. Taylor Hackford, pur semplificandone i contenuti, con Ufficiale e gentiluomo è riuscito a confezionare - seguendo tale incipit - ciò che in breve tempo sarebbe diventato un classico del cinema anni ottanta.


Zack Mayo (Richard Gere), figlio di un marinaio, è cresciuto in giro per i porti del mondo al contatto con le più umilianti situazioni umane. Ora, per rifarsi una vita, si iscrive al corso per piloti militari di jet della marina. Si scontra con l'istruttore (un brillante Louis Gosset Jr. - Oscar come migliore attore non protagonista) che lo perseguita e lo sottopone alle prove peggiori, ma nel frattempo fa la conoscenza di Paula (Debra Winger) e tra loro due nasce un amore. Passionale; incredibilmente passionale.


La storia vede il fascinoso Zack Mayo (un giovane e deciso Richard Gere) collezionare cadute di stile sempre più evidenti. Vive di momenti tragici, imperniati più delle volte sulla difficoltà dell’essere uomo; nell'incapacità di compiere delle scelte senza alcuna restrizione di tipo sociale o affettivo. Un excursus immediato, stringato, incentrato sulla volontà del singolo di oltrepassare qualsiasi barriera fisica e/o psicologica. Una sfida complessa, drammatica. Una storia che racconta della caduta e risurrezione di un uomo, aiutato nel suo tortuoso percorso da alcune figure chiave caratterizzate con un certo tocco di realismo comportamentale. La pellicola sembra in alcuni punti osare una timida reverenza nei confronti dei classici, puntando, pero', più sul lato evasivo della vicenda che non su quello meramente riflessivo. E se è vero che la complessità del dramma richiede un pizzico di ironia per evitare di ammassare tonnellate di pessimismo, Ufficiale e gentiluomo ci ricorda che una romantica colonna sonora, sponsorizzata da un cast di attori azzeccatissimi e un finale tra i più citati della storia del cinema possono, in definitiva, fare la differenza.


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