Una raccolta dei Dire Straits o la colonna sonora originale del primo Batman? Chi saprebbe quale sacrificare, su due piedi e in preda al panico, pur di salvarsi la vita? No, non è pazzia. Quello appena descritto è solo uno degli amletici dubbi che tormentano il povero Shaun (Simon Pegg) durante una delle peggiori giornate della sua vita. Stiamo parlando di una nota (ma non troppo) pellicola uscita in Italia nel corso del 2005, diretta da Edgar Wright, regista inglese coadiuvato per l’occasione da un talentuoso cast, non particolarmente conosciuto al di fuori dei confini britannici. Il film in questione è L’alba dei morti dementi, titolo più che discutibile affibbiato dai distributori italiani a Shaun of the dead. Inevitabilmente la mente degli appassionati avrà fatto un balzo istantaneo a tante pellicole del passato, quelle per intenderci del celebrato George Romero, regista dei capolavori La notte dei morti viventi, Zombi e Il giorno dei morti viventi. E, nell’attuale panorama cinematografico, invaso da pellicole horror di qualità altalenante – fra cui il riuscito remake di Zack Snyder del sopracitato Zombi – non poteva mancare una parodia degli horror movie. A questo ha provveduto un ispiratissimo Edgar Wright, regalandoci probabilmente uno dei film più originali e maledettamente divertenti degli ultimi anni. Non fatevi ingannare dalle apparenze. Già immagino che più d’uno di voi, semplicemente leggendo il titolo del film, abbia cominciato a storcere il naso: cercate di andare oltre e godetevi la visione. Ne vale davvero la pena. Infatti il regista ci presenta una riproposizione completamente inaspettata ed originale del filone zombie, rifacendosi apertamente alla filmografia del maestro Romero, più di una volta omaggiandola alla lettera, ma sempre con uno stile estremamente personale ed originale, il tutto condito da un’ironia sottile e tipicamente british, che non scade mai nel demenziale (a dispetto del titolo). Le interpretazioni degli attori sono decisamente convincenti, le scene cult si sprecano (avreste mai pensato di poter scambiare uno zombie per un ubriaco?) e le trovate geniali sono praticamente disseminate lungo tutta la pellicola, fino ad arrivare ad un magnifico, imprevedibile finale. Il tutto sostenuto da una puntuale colonna sonora e da una regia attenta, precisa ed efficace, unita ad un montaggio decisamente insolito, capace di brusche e violente accelerazioni, nonché di gestire alla perfezione i tempi comici, sempre nel rispetto del genere a cui si ispira. In definitiva, non semplicemente una commedia, certamente non un horror in senso stretto (anche se non manca neppure qualche scena splatter), ma un cocktail perfetto di entrambe le cose. Senza contare la mai celata critica sociologica, estremamente ironica, in grado di strappare più di un sorriso (e qualche riflessione). Del resto se gente come Peter Jackson, Quentin Tarantino e lo stesso Romero si sono dichiarati entusiasti dopo aver visto questa pellicola un motivo ci sarà . Una piccola gemma, davvero capace di splendere di luce propria, all’interno di un panorama horror che ultimamente certo non brilla per originalità . Da non perdere.