Amare è sfidare se stessi e la paura di concedersi l’impossibile. Julien (Guillame Canet) e Sophia (Marion Cotillard) sono due bambini quando, per sfuggire al loro presente di dolori e tribolazioni, decidono di vivere la loro vita come fosse un gioco. Non ci sono dadi, né tavole, solo una scatola di latta a forma di giostra, chi la possiede detta le regole e la giostra comincia a girare. I due bambini, diventati adulti continuano il loro gioco, un modo come un altro per combattere la noia, la monotonia del vivere, lenta, corrosiva, vuota, se priva della presenza dell’altro. Sophie è per Julienne, ciò che per un bambino è la cioccolata, qualcosa di cui non poter fare a meno. Julien per Sophie è l’amore. Dichiarare l’amore è la sfida più difficile da vincere e, Sophie lancia la sua a Jiulien: “amami”, gli dice. “Gioco” risponde lui. Una sola parola per mettere fine al gioco. Sophie desidera solo che l’uomo amato le dichiari il suo amore. Non è un gioco è la vita vera adesso. Poche lettere, l’emozione più attesa, la sfida più avvincente. Quel ti amo, urlato troppo tardi da Julien, non verrà mai udito da Sophie e così i due ragazzi trascorreranno numerosi anni senza vedersi, senza cercarsi, ma amandosi sempre per sempre. Finché dopo 10 anni dall’ultimo fugace incontro, un pacco non giungerà a Julien. Che sia l’ultima partita? Il film del giovane regista francese Yann Samuell lascia sbigottiti, affranti, commossi e arrabbiati. La pellicola è un’esperienza unica a livello visivo ed emozionale, un gioco di immagini, colori, suoni, che coinvolgono inesorabilmente lo spettatore, trascinandolo in un vortice di sublime e onirica visionarietà, disarmante a volte, frustrante spesso. Una tragica commedia dei tempi moderni, un tentativo ben riuscito di articolare il sentimento d’amore, come solo William Shakespeare ha osato fare con Romeo e Giulietta. La pellicola illude il pubblico ingenuo di una doppia fine, di una fine senza fine. L’amore vero non conosce termine, è destinato a durare per l’eternità. Crudele il destino di due anime mortali che si amano alla follia, il cui limite è la loro natura peritura, finita e umana. L’amore sfugge ad ogni controllo, eppure controlla e se e quando, decide di attaccarsi al cuore, seppellisce il suo spirito immortale nell'anima dei due giovani amanti, affinché in un’alcova stretta e buia possa conservarsi in eterno, a dispetto di ogni luogo, tempo e spazio. Sceneggiatura originale, brillante. Fotografia ineccepibile, regia magnifica. Toccante l'interpretazione dei due protagonisti. Un’altra sfida lanciata al cinema: raccontare l’amore. L'unica forse realmente impossibile da vincere.