Il primo lungometraggio di questo regista non ancora trentenne è già una promessa del suo cinema futuro. Girato con budget ridotto, mentre il cinema underground scuoteva il pubblico alla fine degli anni ’60, la prima opera del giovane Martin Scorsese è un accenno ai temi che tratterà successivamente, in particolare in Mean Streets (1973). Nonostante la trama sia molto esile, il pregio di questa pellicola è proporci un affresco della Little Italy, ambiente che Scorsese conosce benissimo e luogo di origine di molti suoi personaggi. Tra peccato ed espiazione, J.R. (Harvey Keitel) vive un percorso di educazione sessuale che lo porterà al fallimento. Se le radici italiane sono forti per il regista italo-americano, lo sono anche per il protagonista, che si muove continuamente tra pubblico e privato, tra la Chiesa e la strada; da una parte ci sono le scorribande con gli amici, gli incontri con le prostitute, le sbornie e dall’altra i “sani” principi di famiglia che gli impongono di sposare solo una ragazza vergine, anche contro i propri sentimenti. Pur con una regia un pò scolastica che però risente della lezione di Godard (Questa è la mia vita), qui Scorsese condensa alcune tematiche care alla sua cinematografia come il rapporto con la religione, la violenza, il legame ai valori di famiglia, la vita nel clan, il maschilismo. Il film è la prima opera anche per Harvey Keitel, attore dalla vita spericolata, che ha lavorato spesso con Scorsese e con altri importanti registi, come Lee, Tarantino, De Palma, ma che recentemente abbiamo visto in ruoli commerciali e marginali. Keitel sembra l’unico attore del cast ad essersi distinto tra le stelle del cinema, per gli altri ruoli Scorsese, all’epoca, scelse tutti attori alla loro prima esperienza e per molti è rimasta anche l’unica. Si fa notare, per la dolcezza del suo personaggio, Zina Bethune, nel ruolo della ragazza di J.R., che rivedremo soltanto in un altro film (Cocaina di Harold Becker). Interessante è invece la presenza di Catherine Scorsese, madre del regista, che esordì nel 1964 in un cortometraggio del figlio (Non sei proprio tu, Murray!) e che poi rivedremo sempre nei film più famosi del regista americano nel ruolo di madre.