Dopo numerosi premi e riconoscimenti, nonostante la breve carriera, Larent Cantet fa di nuovo centro a Cannes, vincendo la palma d’oro nell’ultima edizione del festival. Come ha dichiarato nelle interviste, la storia di questo film risale ai tempi del suo precedente, Verso il sud, quando gli venne l’idea di raccontare ciò che accade in una classe scolastica, come microcosmo autonomo, specchio dei problemi e dei meccanismi della società moderna. Successivamente conobbe François Bégaudeau, mentre stava presentando il libro autobiografico "Entre les murs", da cui il film è stato tratto. L’opera letteraria di Bégaudeau è un diario della sua esperienza di professore in un anno scolastico presso una scuola media della periferia di Parigi. Il regista francese coglie bene lo spirito del libro, decide di mantenere l’autore stesso nel ruolo di protagonista del film e costruire il resto del cast con i ragazzi della scuola descritta dal giovane insegnante. Per questo, diventa molto interessante il metodo di lavoro scelto da Cantet per far lavorare 25 adolescenti, non attori professionisti, nel suo film: nella scuola parigina, egli ha organizzato un laboratorio settimanale di improvvisazione, a cui hanno partecipato liberamente gli studenti. A contatto con i ragazzi, il regista ha potuto conoscere il loro mondo, i loro atteggiamenti spontanei, le loro reazioni alle varie situazioni. Questo ha permesso di creare le due risorse più preziose del film: i personaggi della classe e il modo di riprenderli. Alcuni personaggi sono inventati da copione, per altri i ragazzi hanno semplicemente dovuto interpretare se stessi, ma nessuno di loro, nel film, vive al di fuori delle mura della scuola. Per la durata dell’intero anno scolastico, la macchina da presa a mano, con intento quasi documentaristico, segue discreta le interazioni, i conflitti e le discussioni che si sviluppano tra insegnante e alunni, in una classe multietnica. Mentre i ragazzi vengono ripresi come classe e mai singolarmente al di fuori di questo gruppo, l’obiettivo esce dall’aula scolastica per filmare Bégaudeau solo o negli incontri con gli altri insegnanti, il preside o i genitori. Da assistente di Marcel Ophuls per Veillées d’armes, fin dagli esordi Cantet si è distinto come regista sensibile alle tematiche sociali. In Risorse umane (1999) ha rappresentato una lotta di classe moderna che fa da sfondo al difficile rapporto tra un padre operaio e il figlio neolaureato. A tempo pieno (2001) invece racconta il dramma di un uomo che ha perso il lavoro e che preferisce mentire “a tempo pieno” pur di rivelare la verità a famiglia e amici. Infine nell’ultimo film, Verso il sud (2005), Cantet tratta la problematica del turismo sessuale e la voglia di tre donne di sentirsi ancora amate e desiderate nonostante l’età avanzata.