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Frontiers - Ai Confini dell'Inferno

07/11/2008 12:00

Fernando Robles Castieiras

Recensione Film,

Frontiers - Ai Confini dell'Inferno

Nel coraggioso tentativo di collegare finzione e realtà locale, Xavier Gens (regista e sceneggiatore) narra di un conflitto avvenuto a Parigi durante il quale l

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Nel coraggioso tentativo di collegare finzione e realtà locale, Xavier Gens (regista e sceneggiatore) narra di un conflitto avvenuto a Parigi durante il quale la destra sembra la favorita a vincere le elezioni. La politica tuttavia è un pretesto, perché Frontiers in veste di rappresentante del genere “survivor hardcore” non risparmia tonnellate di sangue, amputazioni di arti e violente scene di cannibalismo. Elementi questi che fanno leva su un sostanziale effetto nauseabondo, per mezzo del quale il regista tende a condividere lo shock che finisce per coinvolgere sia personaggi che spettatori.


Yasmine (Karina Testa) e Alex (Aurélien Wiik) sono due dei cinque giovani che, nell'infausto tentativo di passare la frontiera tra la Francia e il Belgio dopo una rapina messa a segno, arrivano ad un vecchio ostello apparentemente abbandonato. In realtà è abitato una strana famiglia con manie omicide, così le paure del gruppo di amici si confermano prestissimo. Benché loro provino a scappare dall'ostello, non ci sono vie d'uscita... Da questo momento, i fuggitivi si scontrano contro un pericolo infinitamente più grande di loro e della stessa polizia, che insegue i fuggitivi ormai da qualche giorno.


Esordio alla regia per Xavier Gens, originario di Dunkerque (Francia), con Frontiers mette a nudo le sue fantasie realizzando un film crudo, decisamente meno commerciale del successivo Hitman - ispirato a un videogioco di culto. Oltretutto, ai fini di accalappiare l'interesse degli appassionati, Gens ha riproposto un enorme quantità di citazioni cinematografiche che lo hanno segnato in primis come regista. Dal più esplicito Non aprite quella porta a Le colline hanno gli occhi, da George Romero a David Cronenberg; la pellicola è un minestrone di nuovi e vecchi classici rielaborati per l'occasione. I movimenti di camera sono iperattivi, molto intensi, come le interpretazioni dei protagonisti. Tuttavia parte dei meriti tecnici vengono irrimediabilmente macchiati dall'uso eccessivo degli effetti speciali e un poco più che modesto make-up. Guillaume Castagné e Frédéric Lainé, infatti, esperti del genere horror, raggiungono lo scopo di ricreare delle scene di violenza smisurata (tendenti allo splatter) ma che alla fine del cerchio narrativo tolgono pathos e credibilità ad una storia già piena di falle. Karina Testa, che nel film interpreta Yasmine, è la massima rappresentante della moralità, e dimostra che le paure e i problemi sono oltremodo relativi. Dall'altra parte il vecchio comandante nazista Von Geisler, interpretato da Jean Pierre Joris, per il quale il tempo non sembra essere passato. Frontiers si allontana dall'idea di realismo pur trattando tematiche attuali; questa sua incoerenza concettuale però non gli permette di professare alcun messaggio, finendo per scadere più volte nella commedia più assurda.


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