Direttamente dalla fredda Germania arriva sul grande schermo il tenero e zuccherosissimo Impy. E’ passato un anno da quando il vulcanico dinosauretto è approdato sull’isola di Hula Hula. A festeggiare il felice evento si sono riuniti tutti i suoi stravaganti amici: un’equipe di simpatici animali parlanti, capitanati dallo stralunato e geniale professor Siebenstein. L’anniversario del piccolo Impy, però, è rovinato paradossalmente proprio dall’attesissimo regalo, la piccola Baboo, un dolcissimo cucciolo di panda dagli occhioni blu che spodesterà il piccolo dinosauro dalla carica di figlio unico. La neo-sorellina, difatti, catalizzerà le attenzioni di tutti gli abitanti della paradisiaca isola del Pacifico, costringendo il gelosissimo Impy a sfogare le sue manifestazioni di protagonismo altrove, inciampando nella opportunistica proposta di un impresario da quattro soldi e del suo fedele bulldog Otto, volti a fare dell’unico esemplare di dinosauro un’attrazione del loro Luna Park. Impy si renderà presto conto che non è tutto oro quel che luccica e che la scalata di Hollywood, ahilui, è veramente lontana dai progetti che il viscido impresario aveva per lui. La fuga dal Luna Park non sarà facile per l’ingenuo cucciolo di dinosauro, ma l’aiuto dei suoi fantastici quanto strampalati amici non tarderà ad arrivare. Figlio di un cartone animato tedesco ormai quarantenne, Impy Superstar - Missione Luna Park è il secondo fortunato film d’animazione diretto da Reynald Kloos e Holger Tappe sulla storia del piccolo dinosauro alemanno. L’esperimento degli autori – la trasposizione di un prodotto televisivo sul grande schermo – risulta azzeccato grazie all’inaspettata qualità dell’animazione, temperata da una storia semplice, ma avvincente per i più piccini. Impy difatti non è altro che un simpatico film per bambini, rivolto esclusivamente ai bambini, sebbene si tenti in ogni modo di allargare relativamente il target di riferimento – il cameo di Marco Carta, ultimo vincitore del Festival di Sanremo, chiamato a doppiare un personaggio secondario e a reinterpretare una canzone della colonna sonora è volto a stimolare la curiosità del pubblico. Le avventure di Impy ci ricorda che l’universo dei piccoli è vasto e esigente, e va pienamente soddisfatto. Morale cartoonesca e cattivi macchiettistici – incapaci di spaventare veramente qualcuno, come l’ostinatissimo e tremendamente sfortunato Otto – fanno di questo film, a fronte di capolavori non pienamente comprensibili dai più piccoli – pensiamo a Wall-E –, un prodotto “finalmente” rivolto a loro e al loro esclusivo gaudio.