Parigi, metà del 1800. Il poeta Rodolfo e tre suoi amici vivono da veri bohèmien, tra spensieratezza e allegria, senza un soldo in tasca. Un pomeriggio il giovane, intento a scrivere poesie, fa la conoscenza della meravigliosa Mimì, una grisette che condivide lo stesso palazzo del poeta. Tra i due è amore a prima vista, si fidanzano immediatamente e per loro iniziano giorni fatti di gioia e di fortissimi momenti di passione. Felicità destinata a svanire a causa dell'eccessiva gelosia di Rodolfo e di una terribile polmonite che la bella Mimì inizia ad accusare. Il finale è noto a molti, essendo La Bohème di Giacomo Puccini tra le più famose e celeberrime opere della lirica mondiale. Un film particolare, prima trasposizione cinematografica ufficiale dell'opera originaria, intepretata proprio dai due attori contemporanei che le hanno dato di più: Anna Netrebko e Rolando Villà zon, diretti da Robert Dornhelm, regista rumeno naturalizzato austriaco, conosciuto ai più per lo sceneggiato televisivo Anne Frank: the whole story. Un prodotto dedicato quasi esclusivamente agli amanti dell'opera, abituati ai tempi diegetici dell’universo lirico e canoro, laddove ai più – spiace dirlo per amor di patria – potrebbe risultare di faticosa fruizione. Dunque qualunque appassionato potrebbe trovare nel film un vero e proprio gioiello: merito dello stesso Dornhelm, indubbiamente capace dietro la cinepresa, e in grado di gestire il ritmo con uno stile classico e al contempo originale, visivamente caratterizzato da tinte fredde e desaturate. Eccellenti anche gli attori, paghi già dell'esperienza teatrale che li ha resi celebri in tutto il mondo come i maggiori interpreti de La bohème: credibili, dotati di voci eccezionali e di espressioni talmente incisive da lasciare un ricordo indelebile nella mente degli spettatori. Un film dunque assolutamente di nicchia, natura di cui la stessa produzione è chiaramente consapevole – nonostante i costi elevati, e seppure il regista abbia dichiarato l'opposto. Condizione dimostrata dalla stessa distribuzione italiana, più simile a quella di un tour promozionale piuttosto che ad una proiezione cinematografica. La Boheme è rivolta quindi ad una fascia di pubblico ben definita, nonostante cerchi di avvicinare due universi differenti: quello del teatro dell'opera e quello del cinema, in una fusione non pienamente riuscita. Consigliato a chi sa bene cosa aspettarsi, difficile da digerire per chi non è svezzato al mondo lirico; probabilmente non risulterà indimenticabile a molti.