Prendete l’inizio e la fine di Save the last Dance, le moderne e ridondanti atmosfere hip-hop di Step up e mettete tutto a macerare in un contenitore. Ora unite la trama de Le ragazze del Coyote Ugly, aggiungeteci un pizzico, ma mi raccomando solo un pizzico, degli spettacoli di Satin nel Moulin Rouge! di Luhrman e mettete tutti gli ingredienti all’interno dello shaker con pochissimo del finale di Flashdance. Agitate e poi servite Ballare per un sogno nei migliori cinema! Lauryn (Mary Elizabeth Winstead, conosciuta per la bollente interpretazione tarantiniana in Grindhouse - A prova di morte) è una ragazza di provincia che sogna di diventare una ballerina. Il fato però si è abbattuto contro la giovane che, avendo perso entrambi i genitori, è costretta ad occuparsi della contabilità nell’officina di famiglia, gestita dal fratello, e ad allenarsi all’alba per riuscire a coltivare la passione della danza. Decisa a portare avanti il suo sogno, Lauryn lascia la casetta nell’Indiana e l’attività del fratello, per partire alla volta di Chicago, e partecipare all’audizione presso la famosa scuola di Musica e Danza. La sua sterile perfomance però non convince gli insegnanti, così Lauryn, pur di non tornare nel suo paesino con la coda fra le gambe, decide di rimanere a Chicago, dove trova lavoro come contabile in un locale, il Ruby, dove si pratica lo stile di danza burlesque. Nell’arco di poco tempo la neo-contabile convincerà tutti delle sue doti di ballerina, mettendo in mostra la propria sensualità sul palcoscenico dello spettacolare Ruby, ingraziandosi il dj e trovando la fiducia in se stessa per ritentare l’audizione tanto agognata. Inutile aggiungere altro alla trama (ci ha già pensato un ipertrofico trailer!). Ballare per un sogno è l’ultimo film diretto da Darren Grant, famoso regista nel mondo musicale, con all’attivo più di 130 videoclip – Destiny’s Child, Wycleaf Jean, Mya, fra i più famosi – e riconosciuto autore di spot pubblicitari, come quelli di Budweisser e Mac Donald. Sebbene tenti in tutti i modi di arrivare allo spettatore, con Ballare per un sogno Grant presenta la solita, esilissima trama della bella e dolce ragazza sfortunata di provincia, che tenta la strada del successo, e che, dopo svariate peripezie volteggianti – nelle quali riesce a convincere chiunque di essere nata per il ballo – ne esce vincitrice. Lo sceneggiatore Duane Adler non sembra aver fatto un grande sforzo, presentandoci una brutta copia dei suoi passati lavori, i sopracitati Save the Last dance e i due Step Up. La messa in scena però è salvata in corner dall’interpretazione fresca e poliedrica della bella Winstead e sporadicamente dalla regia di Grant, che spesso ci propone delle dinamiche e sensualissime sequenze che mettono in risalto le provocanti protagoniste femminili; anche se, a ben guardare, programmate su MTV, non avrebbero nulla in meno (e nulla in più…) di un videoclip.