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Kung Fu Panda 2

19/08/2011 10:00

Marco Filipazzi

Recensione Film, Film Animazione, Kung Fu Panda,

Kung Fu Panda 2

Dopo il quarto e stanco capitolo della saga macinasoldi dell'orco Shrek (ora si punta allo spinoff del Gatto con gli stivali) la Dreamworks è alla ricerca di un

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Dopo il quarto e stanco capitolo della saga macinasoldi dell'orco Shrek (ora si punta allo spinoff del Gatto con gli stivali) la Dreamworks è alla ricerca di un nuovo franchise dalle uova d'oro, e pare proprio che il fortunato prescelto sia il goffo e irresistibile panda Po (e non è un caso che il finale di questo secondo episodio sia tutt'altro che chiuso). Nonostante le polemiche da parte del popolo Cinese - che ha accusato il primo film di aver sfruttato in modo troppo superficiale la loro cultura, per adattarla al punto di vista stereotipato degli americani - la Dreamworks non ha potuto resistere a mettere in cantiere un seguito di Kung Fu Panda a fronte dei 632 milioni di dollari d'incasso nel mondo.


Il panda Po (doppiato da Jack Black nella versione originale, Fabio Volo da noi), dopo esser diventato Guerriero Dragone, ha l'onere di proteggere la Valle della Pace con l'aiuto dei Cinque Cicloni e del maestro Shifu. La minaccia questa volta è rappresentata da Lord Shen (Gary Oldman) che intende annientare il kung fu e conquistare la Cina grazie un'arma segreta di sua invenzione e l'aiuto di un esercito di lupi.


Dopo una serie di film altalenanti, con Dragon Trainer e Kung Fu Panda la Dreamworks dimostra segni di maturità producendo risultati che si avvicinano ai capolavori made in Pixar. Innanzitutto, dal punto di vista visivo, Kung Fu Panda 2 rappresenta una svolta non da poco per la sua casa di produzione: l'animazione degli elementi (acqua e fuoco, da sempre una sfida per gli animatori) rasenta livelli di fotorealismo paragonabili solo a quelli visti nel Rango di Gore Verbinsky (a oggi la summa massima dell'animazione digitale). Altro punto di merito è la fotografia, con luci rosse predominanti nelle scene notturne che conferiscono ai combattimenti una sinistra aurea luciferina. Sul piano narrativo particolarmente degne di nota solo le sequenze d'animazione classica: il prologo che narra le origini e l'esilio di Lord Shen e, soprattutto, i flashback legati all'infanzia di Po, suggellate dalle splendide musiche di Hans Zimmer e John Powell che creano un suggestivo quanto commovente balletto di musica e immagini. Ma il vero motore della storia è l'umanità di Po e il suo comico quanto toccante rapporto con il padre, l'oca Ping. Impossibile non ridere con una leggera nota d'amarezza nel cuore, proprio come nelle migliori commedie d'autore.


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