
Muhammed Alì contro Joe Frazier? No, Mega Shark versus Giga Octopus. La Asylum, casa di produzione indipendente specializzata in rifacimenti di blockbuster di successo (vedi Terminators e Transmorphers), parafrasa l’incontro del secolo trasformandolo in un compiaciuto monster-movie che vede impegnate due creature preistoriche in una lotta all’ultimo sangue. Di mostri giganti la storia del cinema ne è piena, dal capostipite King Kong al cult-trash Reptilicus, passando per l’allegra brigata orientale di Godzilla e soci per arrivare fino ai recenti Host e Cloverfield. Pare però che negli ultimi tempi le pellicole low budget di questo filone siano state inflazionate dall’avvento del digitale (CGI usata in modo grossolano e decisamente poco convincente che fa rimpiangere i posticci mostri di gommapiuma degli anni ‘60), dalle uscite direct-on-video e dal palinsesto estivo TV che non sa più che cosa propinare. Ma sarebbe troppo facile scagliarsi contro un prodotto come Mega Shark VS Giga Octopus; ben più ardua, invece, l’impresa di glorificare il coraggio della produzione nello sfornare un film del genere. L’incipit è classico che più classico non si può: un fallito esperimento militare fa si che le due preistoriche creature si liberino dalle loro prigioni di ghiaccio e tornino a seminare il terrore per i mari della Terra. L’unica speranza di salvezza risiede in un manipolo di biologi marini. Per i palati grezzi degli amanti del trash non mancheranno chicche memorabili che vedono protagonista Mega Shark: indimenticabile il momento in cui addenta il Golden Gate di San Francisco, troncandolo in due, o quando spicca un salto di qualche migliaio di metri per addentare un jumbo in volo. Peccato che le imprese di Giga Octopus non siano così memorabili: distruggere una piattaforma petrolifera e spazzare via una flotta di sommergibili a furia di tentacolate non denotano una grande originalità da parte di uno degli invertebrati più intelligenti del pianeta. Particolar menzione per i due protagonisti umani: la reginetta degli ’80 Deborah “Debbie” Gibson e l’ex-renegade Lorenzo Lamas, che recitano impegnandosi davvero molto, ma finiscono per creare dei ruoli che quasi sembrano parodie dei loro cliché. In vacanza invece il reparto regia, che ricicla continuamente inquadrature già viste (sia CGI che live-action) alternandole a tramonti mozzafiato sulla baia californiana, con le silouhette dei protagonisti che spiccano nere come se fossero in un film di Michael Bay. Un film riservato agli amanti del genere giusto per passare una serata d’estate senza troppi pensieri. Qualche risata (involontaria) è assicurata.