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Solo per vendetta

25/08/2011 10:00

Marco D'Amato

Recensione Film,

Solo per vendetta

Roger Donaldson (13 Days) dirige Nicholas Cage in questo action-movie ricco di suspense e intrighi, ma penalizzato da una sceneggiatura raffazzonata che ne limi

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Roger Donaldson (13 Days) dirige Nicholas Cage in questo action-movie ricco di suspense e intrighi, ma penalizzato da una sceneggiatura raffazzonata che ne limita decisamente l’impatto. Se infatti l’idea di base, anche se non originalissima, rende immediatamente coinvolgente la storia, gli sviluppi si fanno, con il passare del tempo, sempre più contorti e decisamente meno credibili e appassionanti.


Will Gerard (Nicholas Cage) insegna lettere in un liceo pubblico americano: il classico “uomo tranquillo”, innamorato della moglie musicista Laura (January Jones), e privo di vizi. Il suo unico svago sono le partite di scacchi assieme a Jimmy (il Michael Dawson di Lost Harold Perrineau), il preside della sua scuola nonché suo miglior amico. La vita di Will viene totalmente sconvolta in una notte quando la moglie Laura viene brutalmente picchiata e stuprata; a placare la sua disperazione ci pensa l’enigmatico Simon (Guy Pearce), emissario di una fantomatica organizzazione segreta, che si propone come alternativa radicale alla polizia per fare giustizia. Lo stupratore verrà ucciso in men che non si dica, in cambio di una serie di “favori” da rendere all’organizzazione: questa è l’offerta di Simon. Schiavo della sua stessa disperazione, il mite Will cede e accetta, cadendo così in una spirale di eventi che lo porterà a dover fuggire sia dalla polizia sia dagli uomini dell’organizzazione.


Donaldson sembra chiedersi fino a dove può spingersi un uomo che ha visto la persona alla quale tiene maggiormente sfregiata a vita, un tema già sviluppato in tantissimi film (l’antesignano è L’ultima casa a sinistra di Craven) ma che qui costituisce un buon punto di partenza per una pellicola dai ritmi serrati e carica di azione. Nella seconda parte del film, però, la volontà di stupire a tutti i costi fa impantanare la storia in troppi snodi, rendendola pesante, troppo carica e la cui scarsa credibilità si condensa in un finale decisamente campato in aria. Una sceneggiatura più asciutta e incisiva avrebbe portato sicuramente a un prodotto finale migliore.


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