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The Eagle

16/09/2011 11:00

Erika Pomella

Recensione Film,

The Eagle

Tratto dal romanzo La legione scomparsa di Rosemary Sutcliff, The Eagle riporta il regista-documentarista Kevin MacDonald, dopo il buon thriller State Of Play,

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Tratto dal romanzo La legione scomparsa di Rosemary Sutcliff, The Eagle riporta il regista-documentarista Kevin MacDonald, dopo il buon thriller State Of Play, alle origini del suo cinema, fatto prevalentemente di epica e di paesaggi studiati con piglio quasi didascalico, come avveniva, ad esempio, per L’ultimo re di Scozia. Con un cast tutt’altro che indifferente, e capeggiato da Channing Tatum (Nemico Pubblico, G.I. Joe) nelle vesti del protagonista, The Eagle si presenta come un film storico dove a farla da padrone sono i valori di onore e amicizia.


Nel 120 a.C. l’Impero Romano tentò di conquistare i territori della Nord Britannia; il tentativo si sarebbe trasformato in fallimento quando tutti i 5000 soldati capeggiati da Flavio Aquila e che componevano la Nona Legione scomparvero, senza lasciare traccia. Con essi scomparve anche l’Aquila Imperiale, simbolo dell’impero e dell’onore della "gens romana"; perderla significa inevitabile disonore per colui che ha fallito. Vent’anni dopo, con il peso dell’onta che grava sulle sue spalle, Marco Aquila (Channing Tatum) decide di intraprendere un viaggio al di là del Vallo di Adriano, in compagnia dello schiavo britannico Esca (Jamie Belle), per ritrovare il simbolo perduto e scoprire finalmente cosa è successo a quella Legione destinata a entrare negli annali della storia; in tal modo spera di riportare in auge il nome della sua casa, anche a favore di suo zio (Donald Sutherland) che sembra essere l’unico ancora disposto a credere nell’onestà di Flavio Aquila.


Nell’antica Roma non c’era una parola che avesse maggior peso di onore. Tutto ciò che di importante avveniva nelle case di patrizi e soldati aveva a che fare con la necessità di non scivolare mai nell’ignominia, di non dover mai abbassare la testa davanti a nessuno. Come aveva già fatto Il Gladiatore di Ridley Scott, anche in The Eagle l’occhio della macchina da presa si sofferma sul bisogno di un essere umano di rialzare la testa e dimostrare il proprio valore. Laddove il personaggio di Russell Crowe agiva spinto dalla sete di vendetta, il Marco Aquila di Tatum è spinto solo dal desiderio di ridare un’immagine positiva alla sua famiglia e di far prevalere il ricordo luminoso di suo padre sul reato di cui tutta Roma lo accusa: essere un vigliacco corrotto colpevole di aver lasciato l’Aquila Imperiale. Questo è lo spunto iniziale che Kevin MacDonald sceglie, prima di arrivare al vero nocciolo della narrazione: ossia il rapporto che si innesca tra il protagonista e lo schiavo britannico a cui ha salvato la vita. Quest'ultimo è, al contempo, nemico e unico essere umano di cui potersi fidare nella vastità sconosciuta che si dispiega oltre le grandi mura erette da Adriano per tenere lontano il pericolo dell’ignoto, ovvero le terre dei britanni del Nord. Provenienti da due realtà diverse, e da schieramenti opposti, Marco e Esca (interpretato da Jamie Bell, il Billy Elliott di Daldry) si ritrovano a intraprendere un viaggio che, in un certo senso, riporta entrambi a casa. Da una parte Esca, che si ricongiunge alla sua gente, e dall’altra Marco che, solo attraversando l’ignoto, può raggiungere la verità, e conoscere finalmente il destino toccato a suo padre. E proprio nel momento di disvelamento della realtà, arrivano a smascherare anche i punti deboli delle ideologie a cui hanno sempre ciecamente creduto. In questo senso, allora, The Eagle prende le sembianze di un romanzo di formazione; i due personaggi principali, infatti, con l’avanzare del racconto, scoprono nuove cose su se stessi e su tutto ciò che li circonda. In un rapporto d’amicizia ambiguo e, in qualche modo, paradossale, i protagonisti si trovano a dover fare i conti con tutto ciò che è stato loro insegnato.


È proprio questo carattere psicologico e quasi didascalico a diversificare il film di MacDonald da tutti i film storici/epici che si sono avvicendati in questi ultimi anni al cinema, e che avevano al loro centro l’azione pura. Nonostante i chiari rimandi al già citato Il Gladiatore e a 300 di Zack Snyder, The Eagle cerca di trovare la propria strada, anche grazie ad uno studio approfondito dei paesaggi e dell’ambiente che riescono a diventare una sorta di terzo personaggio frapposto tra il romano e il britannico. Buona prova istrionica degli attori; se Donald Sutherland ha ormai da tempo convinto gli spettatori delle sue capacità, così come Mark Strong, Channing Tatum rappresenta una vera sorpresa. Esploso al cinema con il teen-movie Step-up, e dopo essersi quasi specializzato in ruoli destinati a far battere il cuore delle ragazze (come l’ultimo Dear John), nei panni di Marco Aquila si trasforma in un valente soldato romano, sul cui volto è possibile leggere lo spettro delle emozioni che muovono i suoi passi e che lo spingono ad agire. Jamie Bell, smesse le scarpe da ballo appare cresciuto e il suo Esca è una miscela di ambiguità e onore capace di conquistare.


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