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L’amore fa male

05/10/2011 11:00

Tania Marrazzo

Recensione Film,

L’amore fa male

Nella Roma odierna si alternano e si intrecciano le vicende di tre coppie...

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Nella Roma odierna si alternano e si intrecciano le vicende di tre coppie. Germana (Stefania Rocca), una ragazza madre, intrattiene una relazione con Massimo (Claudio Bigagli), uomo di mezza età e avvocato di successo con moglie e figli al seguito. Per un caso fortuito, un giorno la donna incontra e si invaghisce di Giammarco (Paolo Brigulia) sposato con Antonia (Diane Fleri). Intanto Elisabetta (Nicole Grimaudo) è in piena crisi matrimoniale con Aldo (Stefano Dionisi) che sembra avere uno strano legame con un amico.


Alla sua prima regia Mirca Viola si addentra nell’esplorazione delle complesse dinamiche sentimentali contemporanee. L'amore fa male è un film sulla sofferenza, sull’ipocrisia e sull’incomprensibilità dell’amore che in questo caso, in un modo o nell’altro, sembra sempre contenere un risvolto pessimistico e doloroso, a volte si potrebbe dire quasi inverosimile. Nonostante la buona orchestrazione dei numerosi personaggi presenti in scena, ognuno di essi risulta infatti costruito in modo superficiale e poco credibile, situazione peggiorata inoltre dalla mediocrità che investe la performance qualitativa di tutto il cast. Stefania Rocca è una madre ostentatamente lasciva e svampita e una figlia depressa e trascurata: una madre che ha bisogno di andare in Sicilia, terra archetipica di rinascita quanto mai stereotipata, per aprire il suo cuore. Al suo opposto la rigida e nevrotica Nicole Grimaudo deve fare i conti con un Dionisi omosessuale stanco delle pressioni del suo amante mentre il finto moralista Briguglia si vanta con i suoi amici di aver tradito la moglie.


Nel mondo dipinto da Mirca Viola l’amore è un sentimento instabile e corrotto quasi impossibile da vivere in maniera pura e sincera soprattutto a causa degli uomini. Vittime in primis, le donne sono tratteggiate come gli unici individui in grado di accettare e superare le sofferenze sentimentali e dunque cambiare riprendendo in mano la loro vita. Sulla scia femminista la pellicola offre dell’universo maschile un ritratto alquanto negativo: Massimo e Giammarco non ci pensano due volte a piantare la famiglia per un donna in abiti succinti senza però avere il coraggio di compiere il passaggio successivo, rientrando così, a testa bassa, nel proprio sicuro e ipocrita microcosmo domestico. Per essere un’opera prima L’amore fa male sembra non promettere nulla di buono mostrandosi debole anche per quanto riguarda la regia che a volte ricerca il virtuosismo con scarsi risultati, senza parlare poi del fatto che la Viola sfrutta pure male un cast che in altre occasioni si è mostrato di ben altro livello.


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