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Jumping the Broom - Amore e altri guai

14/10/2011 11:00

Antonella Sugameli

Recensione Film,

Jumping the Broom - Amore e altri guai

Una donna, un uomo...

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Una donna, un uomo. Belli, di successo, intraprendenti, passionali e coraggiosi. Fin qui il classico copione di una love story come tante. Se non fosse per il colore della pelle dei protagonisti e per la diversa estrazione sociale di provenienza.


Sabrina Watson (Paula Patton) ha avuto solo partner occasionali, attraenti, volitivi, ma di passaggio. Dopo l’ennesima delusione amorosa prega di incontrare l’uomo giusto e promette - qualora dovesse trovarlo – “di concedersi solo al futuro marito”. Il segnale richiesto arriva una sera mentre ignara guida la sua auto, un giovane attraversa la strada e finisce sull’asfalto. Pochi attimi ed il gioco è fatto: cupido ha scoccato la sua freccia. I due cominciano a frequentarsi, la relazione si intensifica, si arricchisce: Jason (Laz Alonso) sembra essere l’uomo giusto. Quando Sabrina ottiene una promozione, piuttosto che lasciarla andare in Cina per lavoro, lui le propone di sposarla, disposto a tutto pur di non perderla e di starle accanto. Alla favola manca ancora il finale. Nessuno dei due ha mai conosciuto le rispettive famiglie. Il week end che precede il matrimonio, sarà il banco di prova in cui l’alta società di lei incontrerà la classe operaia di lui e a suon di musica, cibo e battute al veleno ne vedranno tutti delle belle. Vivranno davvero Sabrina e Jason felici e contenti?


Siamo in America. La pellicola è del 2011 il regista, Salim Akil, è un nome poco più che sconosciuto al grande pubblico. Per sua stessa ammissione il film è stata una sfida affrontata per mettere alla prova se stesso. Girato in Nuova Scotia-Canada a Marthas’s Vineyard, la pellicola si avvale di un cast in cui spicca il nome di Angela Basset. Martha’s Vineyard con le sue locations da sogno offre paesaggi meravigliosi sullo sfondo. Dettagli cromatici arricchiscono la pellicola di una fotografia dai toni luminosi, in cui prevalgono molto il bianco, il dorato, l’azzurro e il verde. Il film è un’elegia bucolica riletta in chiave moderna. Ma la premessa da cui parte il film “Il vero amore non conosce ostacoli” è tanto coraggiosa quanto banale. Il rischio sarebbe stato di trasformare il film in un classico polpettone romantico farcito di luoghi comuni, grasse risate e fruscii da camera da letto. In fondo parlare d’amore è come camminare sui carboni ardenti e se non sei un fachiro, rischi di bruciarti i piedi. Il film non è certo tra i più originali mai girati, tuttavia la presenza nel cast di attori come Tasha Smith e Mike Epps danno quel tocco vivace e accattivante ad un polpettone già gustato. E anche se ne si conosce il sapore ci può sempre essere un ingrediente a sorpresa. In questo caso il “Jumping in the broom”, ovvero il tradizionale salto della scopa: le coppie nere impossibilitate a contrarre matrimonio potevano solo compiere questo gesto, simbolo di passaggio dalla vecchia alla nuova vita. Marito e moglie si tenevano per mano e compiendo il salto erano pronti a superare tutte le difficoltà insieme. Il nuovo sposa il vecchio e la tradizione continua, generazione dopo generazione, anche a distanza di tempo.


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