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Immortals

06/11/2011 11:00

Martina Calcabrini

Recensione Film,

Immortals

La grandezza di un uomo non è proporzionale alla sua forza fisica, bensì relativa (quasi) esclusivamente alla sua nobiltà d’animo...

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La grandezza di un uomo non è proporzionale alla sua forza fisica, bensì relativa (quasi) esclusivamente alla sua nobiltà d’animo. Una verità universale, questa, che ha radici letterarie, religiose, cinematografiche. Recentemente molti grandi miti dell’antica Grecia sono stati trasposti in pellicola, basti pensare a Troy, 300 e Scontro tra titani. Seguendo l’onda del successo, anche Immortals, il nuovo lavoro di Tarsem Singh, epico scontro tra divinità e giganti, vincitori e vinti, ammonisce gli uomini per la loro costante brama di potere.


Re Iperione (Mickey Rourke) incolpa gli dei per la morte di sua moglie e di sua figlia. Divenuto miscredente, ordina al proprio esercito di invadere la Grecia, distruggendo case, radendo al suolo i villaggi e uccidendo qualsiasi essere vivente. La sua sete di sangue, però, non si placa e, vittima dopo vittima, Iperione vuole riuscire a sfidare direttamente le divinità. Nessun umano potrebbe mai uccidere un dio a meno che, entrando in possesso dell’arco di Epiro, non riesca a liberare i Titani rinchiusi da secoli nelle viscere del Monte Tartaro. E mentre Iperione cerca bramosamente il nascondiglio dell’arco, gli dei, fidandosi del giudizio di Fedra (Freida Pinto), l’Oracolo della Sibilla, affidano a Teseo (Henry Cavill), un semplice contadino, il compito di fronteggiare il perfido Iperione e salvare l’umanità.


Sebbene Teseo sia l’indiscusso protagonista di Immortals, gli sceneggiatori Vlas e Charley Parlapanides, al loro esordio cinematografico, poco hanno sottratto alla storia del mitologico Re di Atene. L’affascinante episodio del Minotauro, ad esempio, diviene un banale scontro tra un uomo e un mostro dalla maschera di filo spinato, mentre la tragica vicenda di Arianna, figlia del Re Minosse, viene sostituita dall’intrigante storia d’amore tra il guerriero e la sacerdotessa Fedra. L’incontro-scontro tra uomini, divinità, oracoli e titani, viene relegato in secondo piano rispetto all’invasione di effetti speciali che dominano ogni fotogramma. Davanti al meritato successo di 300, Tarsem Singh, abbonda di effetti digitali e scenografie dalle tonalità forti, intense, contrastanti. Nel tentativo di eguagliare il successo del collega Zack Snyder, il regista indiano estremizza l'utilizzo del 3D affinché lo spettatore possa sentirsi parte integrante della vicenda. Ma se Singh, con quattro anni di vantaggio, supera Snyder per la tecnologia avanzata di cui dispone, il regista americano sconfigge il rivale su tutto il resto. 300 si basava su una sceneggiatura scarna ma epica, con una forte dominante maschile; Immortals mette in scena una storia barocca ed enfatica, che finisce ben presto per confondere il pubblico. Gli dei, da sempre rappresentati come divinità anziane, sagge ed esperte, divengono dei giovani acerbi, vanitosi ed arroganti. Il nuovo lavoro di Tarsem Singh è una pellicola di puro intrattenimento in cui la profusione di effetti speciali e tridimensionali si unisce ad un’alta dose di azione e adrenalina.


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