Il detective Brant (Jason Statham) è un poliziotto dai metodi assai poco ortodossi che non disdegna di far rispettare la legge anche con le maniere forti. In un periodo in cui le forze dell'ordine sono messe sotto attacco dagli organi di stampa proprio per l'eccessivo uso della violenza, l'agente dovrà vedersela con un assassino seriale di poliziotti. Insieme al sergente Porter Nash (Paddy Considine) da poco trasferitosi nel suo distretto, Brant scoprirà che il maggiore indiziato è Barry Weiss (Aidan Gillen), una sua vecchia conoscenza, già arrestato qualche tempo prima ma subito rilasciato per mancanza di prove. Diretto da Elliott Lester, autore dell'inedito Love is the drug, e adattato da Nathan Parker (cui dobbiamo la stesura di Moon, il primo - riuscito - film di Duncan Jones) dal romanzo di Ken Bruen, Blitz è poliziesco d'azione dai ritmi serrati, che nonostante una buona alchimia tra gli interpreti e una discreta introspezione dei personaggi, con diverse sottotrame più o meno corpose, vive soprattutto del carisma di Statham, ormai sempre più consacrato a vera star del genere. L'attore inglese qui però non dà sfoggio delle sue strepitose abilità coreografiche, e le scene in cui lo troviamo rude picchiatore d'assalto si limitano a pochi minuti, perlopiù nel prologo e nel finale. Il protagonista è infatti al servizio di una storia che si dipana come una classica caccia alla verità , tra indagini e informatori, giornalisti cinici e affamati di gloria e poliziotti con profondi problemi personali. Merito senza dubbio della produzione, tutta britannica, che ha visto il roccioso attore tornare ai fasti degli esordi per caratterizzazione del suo alter-ego filmico. Nonostante alcune ingenuità narrative, il cocktail funziona a dovere e offre novanta minuti intensi, che non disdegnano una buona dose di tensione drammatica, né ispirati momenti di humour nero che trovano il loro apice nei graffianti dialoghi di Statham. Se alcune delle figure di contorno risultano, come già detto, delle vere e proprie macchiette inserite come riempitivo, è degna di nota anche la prova di Aidan Gillen, nei panni di Blitz, lo psicopatico serial killer che dà anche il titolo alla pellicola. Un plauso per il finale, che non cede alle regole del politically correct e si rivela giusta conclusione per una pellicola, seppur non memorabile, ma in grado di garantire una sana dose di adrenalinico divertimento.