
Pernilla August, pluripremiata attrice svedese nota al grande pubblico per aver interpretato il ruolo di Shmi Skywalker nella nuova saga di Lucas, debutta dietro la macchina da presa e lo fa portando sullo schermo la non facile trasposizione del romanzo di Susanna Alakoski. Beyond è una storia intima e toccante che si snoda tra violenze fisiche e psicologiche e conflitti famigliari irrisolti. La mattina del giorno di Santa Lucia, Leena (Noomi Rapace) riceve una telefonata che turba la serena atmosfera domestica: sua madre, in fin di vita, le chiede di poterla vedere per un’ultima volta. Per Leena l’incontro significa riaprire una scatola di ricordi che la costringerà a fare i conti con un passato ignorato troppo a lungo. Per essere la sua prima esperienza in cabina di regia, Pernilla August dimostra notevoli doti di narratrice. La storia di tensioni familiari e terribili segreti nascosti non era il banco di prova più facile con cui confrontarsi, eppure il risultato sullo schermo è di gran lunga superiore anche alle più rosee aspettative. Diversi sono i punti di forza del film, sia sul piano tecnico che su quello artistico. Beyond è una pellicola fatta più di silenzi che di parole, sostenuta da un’intensa colonna sonora che fa da ponte durante il continuo alternarsi della narrazione tra presente e passato. Noomi Rapace rende giustizia alla protagonista di carta nata dalla penna di Susanna Alakoski, costruendo un personaggio tridimensionale che, seppure profondamente diverso sotto la quasi totalità dei punti di vista, si dibatte tra conflitti interiori proprio come l’eroina dark Lisbeth Salander che l’ha resa celebre nel mondo. Non è da meno la giovane Tehilla Blad, che interpreta Leena, il cui ruolo gioca una parte decisiva quanto delicata ai fini della credibilità della storia. Il suo dramma personale è sostenuto dalla corposa fotografia di Erik Molberg Hansen che tinge lo schermo con colori glaciali, asettici, specchio visivo al vuoto e al freddo che la protagonista si porta dentro. Dopo la visione di Beyond, pellicola che rispecchia tutti gli stilemi classici del cinema nordico, con lunghi silenzi e tempi dilatati, non restano dubbi sulla capacità della August di mettere a frutto le preziose lezioni del maestro Ingmar Bergman, che la diresse (oltre alle altre pellicole) in Fanny e Alexander, e la condusse, ancora studentessa, alle prime luci della ribalta.