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Eaters

06/12/2011 12:00

Maurizio Encari

Recensione Film,

Eaters

In un futuro stravolto da un virus che ha trasformato la maggior parte delle persone in zombi, Alen (Guglielmo Favilla) e Igor (Alex Lucchesi) sono due cacciato

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In un futuro stravolto da un virus che ha trasformato la maggior parte delle persone in zombi, Alen (Guglielmo Favilla) e Igor (Alex Lucchesi) sono due cacciatori. La loro missione è quella di recuperare alcuni esemplari di morti viventi, da usare come cavie per trovare una possibile cura. Durante i loro viaggi, si imbattono prima in una banda di neo-nazisti, e in seguito nell'unica donna ancora fertile, ultima speranza per il proseguo della razza umana.


Che per accorgersi del cinema di genere italiano debba scomodarsi addirittura Uwe Boll appare alquanto ironico. Ma è proprio al tartassato regista teutonico che dobbiamo la distribuzione mondale (per l'home video) di questo zombie-movie diretto a quattro mani da Luca Boni e Marco Ristori. Eaters è una sorta di remake del corto girato nel lontano 2003 dallo stesso Ristori dal titolo I Cacciatori; anche in quel caso protagonista era un'umanità allo sbando in cui i pochi sopravvissuti all'epidemia virale si davano da fare per eliminare i morti viventi.


Un film così appassionato ma al contempo ricco di difetti, talvolta veniali, che mettono in mostra dei tratti sin troppo amatoriali nonostante una realizzazione tecnica capace di sorprendere in alcuni campi, soprattutto per ciò che concerne il trucco, realizzato con una certa cura e con poco da invidiare a lavori più blasonati. Ma la dozzinalità della sceneggiatura, che raggiunge il suo apice nell'involontaria comicità dei dialoghi, finisce ben presto per smorzare l'entusiasmo iniziale. Tra bande neonaziste, sadici predicatori e folli pittori, questo mondo alla deriva risulta come una sorta di caricatura, un calderone con troppa carne al fuoco e personaggi spesso sbiaditi, schiavi di una caratterizzazione forzata e con guest star come Steve Sylvester (storico leader della band heavy metal Death SS) grossolanamente sprecate. Rimane una sadica attrazione per la violenza, rappresentata nel suo lato più sanguinolento, e una ferma volontà di osare che permette ad Eaters, nella sua ambizione, di non risultare ridicolo. Un coraggioso tentativo in un panorama sempre più minato.


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