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Mission: Impossible III

19/12/2011 11:00

Erika Pomella

Recensione Film, Film Azione, mission impossible,

Mission: Impossible III

L’agente dell'Impossible Mission Force Ethan Hunt (Tom Cruise) si è ritirato a vita privata dove, coccolato dall’amore della fidanzata Julia (Michelle Monaghan)

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L’agente dell'Impossible Mission Force Ethan Hunt (Tom Cruise) si è ritirato a vita privata dove, coccolato dall’amore della fidanzata Julia (Michelle Monaghan) e impegnato nell’addestramento di nuove reclute, cerca di condurre una vita normale. I suoi desideri sembrano realizzarsi finché, la mattina del suo matrimonio, Ethan riceve un messaggio dall’amico John Musgrave (Billt Crudup) che gli chiede di partecipare ad un’ultima missione: salvare Lindsay Ferris (Keri Russell), promettente allieva della IMF catturata e tenuta prigioniera a Berlino. Spinto dal legame d’amicizia con la ragazza, Ethan accetta di organizzare una squadra di recupero insieme all’amico storico Luther (Ving Rhames), ma i piani non vanno come previsto e Lindsay muore tra le braccia del collega. Ethan, deciso più che mai a punire gli assassini della ragazza, decide di rivestire i panni di agente operativo: scoprirà il piano terroristico di un gruppo criminoso guidato da Owen Davian (Philip Seymour Hoffman) volto a commercializzare una pericolosa arma chimica conosciuta con il nome di "zampa di lepre". In un viaggio frenetico tra Berlino, Roma e Shangai, Ethan Hunt dovrà di nuovo vedersela con intrighi e tradimenti.


Alfred Hitchcock docet. Nella filmografia del grande maestro del cinema, non c’è una sola pellicola che non presenti quello che poi è stato definito mac guffin, ossia un espediente narrativo – spesso di nessun peso drammaturgico – che permette alla storia di andare avanti, proponendo situazioni e ostacoli che i protagonisti sono costretti a superare per raggiungerlo e, soprattutto, per svelare se stessi. Consapevole di questa importante lezione narrativa, gli sceneggiatori Alex Kurtzman, Roberto Orci e J.J. Abrams piazzano all’interno dell’universo diegetico un mac guffin di prima categoria: l’arma chimica "zampa di lepre" altro non è che un sotterfugio per permettere a Cruise di mostrare tutta la sua prestanza fisica in un rocambolesco viaggio verso città d’arte ed esotiche.


Fondamentalmente allo spettatore poco interessa il destino di “zampa di lepre”: abituato ad un certo tipo di cinema, accetta l’idea di una potenziale arma chimica che serva come giustificazione per il film che sta vedendo: un film – come i precedenti – votato all’azione spettacolare, agli effetti speciali e a una continua tensione. Tutti trepidano soltanto per scoprire se Ethan Hunt alla fine riuscirà a vincere il cattivo di sorta, e a dimostrare ancora una volta di essere l’eroe di tutta la vicenda. Eroismo che, stavolta, risulta ancora più credibile perché il villain portato in scena da Philip Seymour Hoffman è un personaggio a tutto tondo, che presenta un approfondimento psicologico tale da suscitare anche la simpatia del pubblico. Brian De Palma e John Woo lasciano il timone della regia a J.J. Abrams, il padre dell’isola di Lost. Il risultato è, ancora una volta, una giusta commistione tra action ed emozioni, tali da accontentare una grande porzione di spettatori.


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