
Quest’anno il film d’animazione natalizio per eccellenza è sicuramente Il figlio di Babbo Natale, pellicola diretta da Sarah Smith e Barry Cook distribuita nelle sale anche nella versione 3D. Tramontati i cari e vecchi tempi dei cartoni animati disegnati a mano targati Disney, il filone dei prodotti cinematografici rivolti ai bambini realizzati in computer grafica va rafforzandosi di anno in anno e sembra riservare sempre nuove e piacevoli sorprese. Il film in questione è sicuramente uno di questi casi, apprezzabile non solo per i più giovani, ma anche per tutti coloro che bambini non lo sono già da tempo, grazie alle tante gag divertenti che fanno girare bene la storia e all'incalzante velocità del racconto. Se da un lato aggiornare la figura di Babbo Natale ai nostri giorni, calcando su un lato inaspettatamente high tech, toglie un po’ di quella genuina magia natalizia di una volta, dall’altro svecchia la tradizione e la rende più accessibile e appetibile alle nuove generazioni di spettatori. La notte di Natale come ogni anno arriva puntuale, e Babbo Natale non si fa cogliere impreparato. Con la sua gigantesca ed ipertecnologica astronave rosso fiammante si sposta da una parte all’altra del pianeta distribuendo doni in ogni casa. Lo aiuta un folto esercito di infallibili elfi, addestrati per essere veloci nelle consegne e specializzati nel rendersi invisibili agli umani. Di tutti i seicento milioni di regali da consegnare, però, ne viene dimenticato uno. La cosa non sembra interessare Babbo Natale e suo figlio Steve, il suo vice, perché un margine di errore viene ritenuto accettabile. Arthur, il figlio minore di Babbo Natale non la pensa cosi, e comincia un viaggio strampalato e apparentemente senza possibilità di riuscita per recapitare il regalo rimasto alla bambina che ha mandato la sua lettera a Babbo Natale col cuore pieno di speranza. Mancano due ore all’alba del giorno di Natale. Riuscirà Arthur nella sua missione? Finalmente possiamo dire di trovarci di fronte ad un film d’animazione in 3D in cui la terza dimensione viene esaltata in modo omogeneo per tutta la durata della pellicola ed in cui le immagini, pur susseguendosi ad un ritmo forsennato, non perdono in brillantezza e nitidezza. Ben scritta la sceneggiatura che si avvale di dialoghi conditi da espressioni giovanili capaci di strappare più di un sorriso in sala. Divertenti i personaggi ed allo stesso tempo tratteggiati in modo attento anche a livello psicologico. Tra tutti spicca naturalmente il giovane Arthur in lotta per i sani principi in cui crede e che rappresenta la parte migliore di ognuno di noi, spesso lasciata in sordina in favore di quegli aspetti materiali della vita che ci allontanano da persone e sentimenti ben più importanti. Il figlio di Babbo Natale è un piacevole regalo per tutta la famiglia.