
Molto tempo prima che il fenomeno cinematografico Twilight irrompesse nelle sale di tutto il mondo, vampiri e licantropi si davano già la caccia, palesando un rapporto in cui l’odio spesso proveniva dall’amore stesso. Len Wiseman, che aveva già collaborato come assistente in diverse megaproduzioni come Indipendence Day o Men in Black, esordisce dietro la macchina da presa con una pellicola che, seppur non riesce ad inserirsi nel filone horror - a cui anela - regala un estetismo gotico e un’attenzione alla storia degni di nota. Da millenni una lotta tra Vampiri e Lycan imperversa nel mondo, senza che gli umani ne siano a conoscenza. La vampira Selene (Kate Beckinsale) è un’agente di morte con il compito di uccidere i Lycan ribelli. Proprio durante una delle sue operazioni, la donna scopre che i licantropi hanno preso di mira Michael Corvin (Scott Speedman), un medico umano. Mentre Selene cerca di metterlo in salvo, Lucian (Michael Sheen), il capo dei Lycan creduto morto, riesce a mordere Michael. Scoprendo che Lucian è ancora vivo, Selene comincia a sospettare di Kraven (Shane Brolly), reggente della comunità di vampiri a cui appartiene, e unico testimone della presunta morte di Lucian, avvenuta secoli prima. Piena di dubbi e incertezze, Selene si vede costretta a chiedere aiuto al suo mentore Victor (Bill Nighy), uno dei tre capi anziani, risvegliandolo in anticipo dal suo sonno di ristoro. Il risveglio di Viktor porterà a galla verità e rivelazioni che cambieranno Selene in modo radicale. Underworld in italiano si può tradurre come "sottomondo", la stessa espressione utilizzata dai protagonisti di Tim Burton per descrivere il paese delle meraviglie di Alice; ovvero l’idea di un mondo sotterraneo, nascosto ai più, al quale si accede solo possedendo doti fuori dal comune. Ma il sottomondo di Wiseman è una dimensione nera e cupa, in cui i sentimenti di rancore e odio hanno eroso pareti e pavimenti, creando una bocca infernale che si muove silenziosa sotto i passi degli esseri umani. Ed è proprio in quel mondo sordido ma tecnologicamente avanzato che si nasconde il centro nevralgico della narrazione; se, da un lato, la sceneggiatura di Danny McBride e dello stesso Wiseman, tende a modificare leggermente le caratteristiche base della fazione vampiresca, dall’altro i Lycan sono assolutamente ben delineati, creando quel senso di verosimiglianza necessaria ai villain. Questo grazie anche all’ottima interpretazione di Michael Sheen. Il suo Lucian è, senza dubbio, il miglior personaggio della pellicola: non c’è azione, nei suoi piani, che non sia la conseguenza di qualcos’altro, in una situazione di causa-effetto che tiene avvinto lo spettatore preda del fascino di un mondo tenebroso. Ma il vero punto di forza del primo capitolo di questa nuova saga fantasy si deve alla sceneggiatura. Tra il sottomondo dei Lycan e la decadente opulenza dei vampiri esiste una dimensione intermedia, rappresentata da Michael Corvin, un medico nelle cui vene scorre lo strumento del potere a cui tutti anelano. La storia genetica di Michael, discendente di Corvinus, il primo Immortale, rappresenta insieme l’arma che potrebbe distruggere ogni cosa e il mezzo per mettere fine alla faida, tramite l’unione delle specie. Mentre la crescente attrazione tra la bella Selene e Michael va avanti, non portando nulla di nuovo ad un genere cinematografico che ha fatto dell’amore impossibile il proprio marchio di fabbrica, lo spettatore rimane affascinato dal groviglio di bugie e intrighi che, solo grazie a Michael possono essere svelate. Tutto questo, infine, è arricchito da un gusto gotico e dark che rende la visione un continuo viaggio nell’oscurità . Lucian con la sua vendetta, Viktor con le sue menzogne e Kraven con la sua spasmodica ambizione. Len Wiseman dirige un film cupo ma insieme affascinante, pieno di luce e di sentimenti positivi che ben si sposano con gli occhi di ghiaccio di Selene, capace di vedere oltre i veli delle menzogne.