Dopo aver viaggiato per numerosi festival italiani ed internazionali nel corso dei quali ha ricevuto diversi riconoscimenti, giunge in sala in appena venti copie Sulla strada di casa, film scritto (circa sei anni fa) e diretto da Emiliano Corapi al suo primo lungometraggio. Un’opera indipendente a low budget, costata meno di 300.000 €, che non ha giovato di alcun tipo di finanziamento, né da parte di Rai cinema (con la motivazione di non rientrare nella linea editoriale dell’azienda) né dal Ministero al quale è stata presentata per ben tre volte classificandosi sempre con punteggi molto alti. Certo le lodi lasciano il tempo che trovano, quando ci si ritrova di fronte a criteri di selezione alquanto discutibili in base ai quali viene assegnato denaro pubblico ad opere di certo inferiori. Ma è risaputo che in Italia la meritocrazia è un’illusione. Sulla strada di casa nasce, afferma Corapi, dalla lettura di un articolo che parlava di come le associazioni mafiose preferissero frequentemente servirsi di persone incensurate, e quindi insospettabili, per svolgere l’attività di corriere. Individui in difficoltà , piccoli imprenditori che pur di non far fallire la propria azienda e sostentare la propria famiglia si lasciano cadere nel circolo vizioso di un guadagno apparentemente facile i cui interessi vanno ben oltre il denaro. È il caso di Alberto (Vinicio Marchioni), titolare di una fabbrica sull’orlo del collasso, sposato con l’ingenua e innamoratissima Laura (Donatella Finocchiaro) dalla quale ha avuto due figli. Non trovando altra soluzione alla sua condizione finanziaria Alberto inizia a fare il corriere per una potente organizzazione criminale intraprendendo un viaggio dal nord al sud della penisola. Giunto a destinazione scopre però che altri malviventi sono interessati al carico che trasporta. Vorrebbe fuggire via ma la sua famiglia è in pericolo e il viaggio di ritorno verso casa si trasforma in un incubo. Impianto scenografico ridotto all’osso, macchina a mano e camera car per il dramma on the road di Corapi che mette in scena «il bisogno di mantenere integro il proprio bagaglio di valori e la propria identità » nonostante tutto. Ammirato dalla moglie proprio per la sua presunta onestà , il protagonista della pellicola si trova nella situazione limite di chi è costretto a mettere in dubbio tutti i suoi principi; si rende conto del pericoloso meccanismo del quale è entrato a far parte solo quando si scontra con chi, come lui, ha intrapreso la stessa cattiva strada. Impianto narrativo ineccepibile quello di Sulla strada di casa, a cui piace procedere per sottrazione suggerendo intrecci che ribadire sarebbe superfluo, involuzioni percepibili dalla profondità con cui vengono tratteggiati i protagonisti. Qualche forzatura invece per quanto riguarda la costruzione dell'elemento thrilleristico che soffre a volte di eccessive semplificazioni funzionali all’andamento della storia, difetto indubbiamente non trascurabile ma che viene compensato dai numerosi pregi di questa piccola opera prima.