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Knockout - Resa dei conti

08/02/2012 11:00

Marco D'Amato

Recensione Film,

Knockout - Resa dei conti

Per l'immediato ritorno sugli schermi, a stretto giro di posta da Contagion, Steven Soderbergh opta questa volta per un grande classico cinematografico: una vic

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Per l'immediato ritorno sugli schermi, a stretto giro di posta da Contagion, Steven Soderbergh opta questa volta per un grande classico cinematografico: una vicenda di tradimento e vendetta seriale ambientata nel sempre florido mondo (dal punto di vista della produzione drammaturgica) degli agenti segreti. La peculiarità del film risiede nella parte dell’eroe, affidata non alla classica star d’azione dal truce ipertrofico aspetto, ma a una donna, l’ex stella delle Arti Marziali Miste Gina Carano che, nonostante sia alla sua prima prova da protagonista davanti alla cinepresa, alla fine dei conti non demerita affatto, grazie anche al cast di prim’ordine che la circonda.


Mallory Kane (Gina Carano) è un agente segreto che lavora per un’agenzia privata guidata da Kenneth (Ewan McGregor), il cui compito è servire i governi per missioni speciali. Dopo aver compiuto con successo una missione a Barcellona assieme al compagno Aaron (Channing Tatum) per liberare un ostaggio, accetta un nuovo incarico a Dublino per fingersi la moglie dell'agente segreto inglese Paul (Michael Fassbender). Il rendez-vous irlandese si rivelerà ben presto una trappola e Mallory dovrà prima lottare per salvare se stessa e poi si metterà sulle tracce di chi l’ha tradita per vendicarsi, indagando su Kenneth, sull’agente governativo Coblenz (Michael Douglas) e sul suo contatto Rodrigo (Antonio Banderas).


Soderbergh, come sempre, miscela sapientemente azione e intrighi in una pellicola tiratissima e adrenalinica, totalmente priva di momenti di stanca e velocizzata dai continui cambi di inquadratura tesi a sottolineare la prova fisica di Mallory. Sfruttando le capacità di combattimento della Carano, Soderbergh riesce a creare numerose scene di combattimento decisamente realistiche e crude, evitando quei volteggi e quelle evoluzioni artificiose che spesso penalizzano questo tipo di film. L’esplosivo inizio con il confronto nel bar tra Mallory e Aaron fa capire subito quale sia il mood della pellicola: tanta azione e pochissimi fronzoli. A frenare il risultato complessivo è una sceneggiatura che perde colpi di pari passo con il crescere della furia della protagonista, diventata un implacabile giustiziere: il suo “you’d better run” pronunciato davanti a un'immensa distesa di neve e soprattutto l'improvviso attacco a Kenneth in un’assolata spiaggia messicana stonano decisamente nell’atmosfera - più realistica possibile - voluta da Soderbergh. Se il filone degli action movies al femminile rilanciato dalla Lisbeth Salander di Millennium vi ha appassionato, l’agente Mallory è pronta a farvi vedere come si prende a calci mezza Hollywood.


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