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Là-bas - Educazione criminale

17/03/2012 11:00

Aurora Tamigio

Recensione Film,

Là-bas - Educazione criminale

Un giovane artista africano arriva a Castel Volturno

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Yssouf (Kader Alassane) è un giovane artista africano che arriva a Castel Volturno per lavorare e potersi così pagare il materiale che gli occorre per realizzare le sue opere. L’incontro con la comunità africana locale porterà Yssouf a incrociare la sua strada con quella di suo zio Moses (Moussa Mone), boss a capo di un traffico milionario di cocaina. Scopre così un sistema di lavoro illegale, di sfruttamento; un microcosmo fatto di case occupate, spaccio e prostituzione. Il tutto, fuori e dentro le mura diroccate della “Casa delle Candele”, edificio occupato dagli immigrati, così detto per le frequenti interruzioni di corrente. L’intera vicenda criminale narrata in Là-bas - Educazione criminale passa per un fatto di cronaca: l’uccisione, nel settembre 2008, di sei immigrati africani, in una sartoria di Castel Volturno, durante una sparatoria punitiva della camorra.


Filmmaker, sceneggiatore, documentarista: Guido Lombardi mostra la sua vasta formazione cinematografica in ognuna delle sequenze di Là-bas - Educazione criminale. Il caso di Castel Volturno, giunto alle cronache dopo la strage del 2008 (e citato anche in Gomorra - La serie), mostra un'esemplare vicenda di integrazione tra la piccola/grande illegalità di cui sono protagonisti gli immigrati e la gigantesca rete della criminalità organizzata. La propensione di Lombardi all’inchiesta lo porta a riporre un’attenzione particolare nella ricostruzione delle condizioni di vita degli immigrati, dal lavoro nero alla prostituzione, fino alla vita nelle case occupate. Inoltre il regista non dimentica di riallacciarsi alla cronaca, nel racconto della sparatoria del settembre 2008 e delle conseguenze sulla comunità. Se pure il film mostra una grande perizia nella raffigurazione del contesto ambientale e sociale di Castel Volturno, da sempre vessato dalla criminalità organizzata, la pellicola preferisce, al realismo “gomorriano”, una giusta dose di poeticità e autorialità.


Un alone di malinconia pervade l’intero film. Ogni azione del protagonista Yssouf e dei suoi compagni - dalla cantante Asetù (Fatima Traore) alla prostituta Suad (Esther Elisha) - è un tentativo per raggiungere una vita migliore, per liberarsi della morsa della criminalità e accorciare la distanza con i sogni fatti prima di venire in Italia. La sensibilità del regista emerge però soprattutto nella raffigurazione di un contesto, come quello di Castel Volturno, lontano e allontanato dallo Stato Italiano perché indifferente alle sue leggi, e persino alla sua lingua. Africani e italiani si trovano integrati poiché tutti ugualmente assoggettati alle regole imposte dalla criminalità e da una sottocultura parallela che rifiuta qualsiasi legame con lo Stato centrale. La pellicola di Guido Lombardi ha partecipato in concorso alla 68esima Mostra Cinematografica del Cinema di Venezia, aggiudicandosi il Premio Luigi De Laurentiis per l'opera prima e il Premio della Critica Internazionale.


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