Marco (Guglielmo Scilla) è un giovane maestro con la passione per la scrittura. Un giorno nell’asilo in cui lavora incontra Stefania (Erica Pintore), bella e appassionata di poesia, e se ne innamora disperatamente. Sarà compito degli amici - i coinquilini Mary (Fatima Trotta), Paolo (Pietro Masotti) e Ivan (Piero Cardano) - e del padre Renato (Vincenzo Salemme), un chirurgo donnaiolo, insegnargli che l’amore è una scienza e come tale ha le sue regole da conoscere e rispettare. Se l’ultima tendenza del cinema è quella di pescare i fenomeni dal web e lanciarli sul grande schermo, Guglielmo - Willwoosh - Scilla è uno dei più compiuti esempi di questa nuova moda. “Nato” su YouTube con una serie di video comici autoprodotti, Guglielmo Scilla presentava brevi filmati ironici di decaloghi e regole sui temi più disparati. Tuttavia se su You Tube il giovane attore ha ottenuto un discreto successo, difficilmente questo si ripeterà al cinema. 10 regole per fare innamorare si colloca sulla scia dei vari Manuale d’amore, Maschi contro Femmine e Femmine contro Maschi. Persino tra i collaboratori i nomi si ripetono: co-sceneggiatore del film è infatti Fausto Brizzi, insieme alla blogger Pulsatilla con la quale aveva già lavorato per Maschi contro Femmine. Un outsider del genere è invece proprio il regista, Cristiano Bortone, che con un curriculum internazionale in cui figurano manuali di scrittura cinematografica di successo e qualche buon lungometraggio vincitore di premi a festival internazionali, si cimenta in una copia sbiadita delle commedie italiane sentimental-demenziali degli ultimi anni. Le regole per fare innamorare che il film propugna sono asserzioni del calibro di Fatti notare, La prima serata deve essere indimenticabile, Non ti concedere al 100%. A Bortone il merito di aver diretto, diversamente da molti suoi colleghi, un film che almeno non è volgare, ma che sfortunatamente diventa presto noioso. Anche le interpretazioni sono dimenticabili: Vincenzo Salemme è ormai definitivamente votato al cliché del mordace napoletano furbacchione, mentre gli altri interpreti sono volti più o meno noti della fiction italiana. Il protagonista, tanto spigliato sul Tubo, viene relegato a un ruolo da mediano. Scilla è mediamente bravo, mediamente carino, mediamente divertente. Una vocazione per il low profile che, a ben vedere, riguarda l'intero film.